Raccolta fondi piccolo Pietro, Fondazione Stella Maris: mai suggerito di andare in Georgia
Raccolta fondi piccolo Pietro, Fondazione Stella Maris: mai suggerito di andare in Georgia per trattamento sperimentale con cellule staminali
Raccolta fondi piccolo Pietro, Fondazione Stella Maris: mai suggerito di andare in Georgia per trattamento sperimentale con cellule staminali.
Novità arrivano per quanto concerne la raccolta fondi del piccolo Pietro, bambino di 7 anni di Qualiano per il quale era partita una raccolta fondi per permettergli il viaggio in Georgia per una cura sperimentale.
Dalla Fondazione Stella Maris, presso la quale il piccolo Pietro avrebbe effettuato alcune visite ambulatoriali, fanno sapere che mai tale trattamento sperimentale in Georgia sia stato suggerito dal personale sanitario della Fondazione.
Di seguito la smentita pervenuta dalla Fondazione e correlata da alcune precisazioni:
In relazione alla notizia, rilanciata da numerosi siti e alcuni social in questi giorni, circa il bambino – indicato come Pietro di Qualiano – la cui famiglia sta raccogliendo donazioni per un viaggio in Georgia per sottoporsi a terapia con cellule staminali per una grave patologia cerebrale diagnosticata presso l’IRCCS Fondazione Stella Maris, il Prof. Giovanni Cioni, Direttore Scientifico fornisce alcune precisazioni.
Il testo degli articoli sembra suggerire che tale terapia sia stata suggerita dai clinici del nostro istituto,, circostanza che, pur non conoscendo di quale bambino si tratti tra le migliaia di piccoli pazienti visitati ogni anno presso il nostro IRCCS, desidero smentire nel modo più assoluto.
Rivolgo quindi un invito ai genitori ed al largo pubblico, per difendere la salute dei bambini e per evitare di alimentare pericolosissime false speranze, a non partecipare sperimentazioni cliniche (clinical trial) che non siano consigliate dagli specialisti che seguono il loro bambino e che non siano registrate su clinicaltrial.gov, il sito pubblico specializzato della National Library of Medicine, dove vengono registrati e continuamente aggiornati centinaia di studi clinici controllati (stamani vi erano oltre 300.000 da 219 paesi).
Si deve assolutamente stare lontani da sperimentazioni prive di ogni controllo di sicurezza, condotte non a caso, ed a scopo di lucro, in paesi dove non vi sono controlli sulle strutture sanitarie o essi sono molto al di sotto degli standard internazionali. Per esempio su siti web si trovano offerte per trattamenti con cellulare staminali, anche nei bambini, in laboratori in Europa in Georgia ed in altri paesi, nel mondo in Tailandia, Vietnam, India ed altri.
Le cure per disturbi neuropsichici dei bambini, anche molto gravi, hanno già fatto grandi progressi e moltissimi ne faranno a breve, ma non ci sono scorciatoie alle scoperte della ricerca, e quelle non supportate da evidenze scientifiche sufficienti sono spesso pericolose e con ogni probabilità completamente inutili.
GLI STUDI SULLE STAMINALI: A CHE PUNTO SIAMO
Da alcuni anni si sta lavorando alla possibilità di utilizzare cellule staminali di vario tipo (neuronali, midollari o mesenchimali) per alcune patologie del sistema nervoso dell’adulto, e vi sono vari studi per esempio nel morbo di Parkinson, ma anche in qualche patologia congenita, causa di gravi disabilità del bambino.
La grande maggioranza di essi riguardano tuttavia ancora modelli animali, in cui vengono riprodotte lesioni simili a quelle del bambino con disturbi motori, come le paralisi cerebrali, con risultati promettenti circa la possibilità di indurre una riparazione, almeno parziale, del tessuto necrotico della lesione. Questi risultati nell’animale sono incoraggianti e sono iniziati alcuni studi per valutare la sicurezza di questi trattamenti anche nell’uomo. Ci sono tuttavia ancora moltissime sfide che devono essere superate, prima che queste terapie possano rappresentare un trattamento consistente ed efficace nei bambini.
Sono stati pubblicati di recente anche alcuni studi in cui sono state iniettate cellule staminali in bambini con disturbi dello spettro autistico. Al momento tuttavia non emerge nessuna evidenza di sicurezza di questa terapia, né alcuna prova di efficacia. Le grandi difficoltà per elaborare disegni sperimentali utili a prevedere risultati convincenti delle sperimentazioni nell’autismo, che può essere dovuto a moltissime cause, portano i ricercatori a chiedersi se sia legittimo continuare questa linea di ricerca, esponendo pazienti e famiglie a gravi rischi, con possibilità di successo molto limitate.
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