27 Aprile 2020

Quarto, protesta per i buoni spesa: intervengono i Carabinieri

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Quarto, la protesta dei buoni spesa da parte dei cittadini all’esterno del Comune. Intervengono i Carabinieri

QUARTO, 27 APRILE – Questa mattina, un gruppo di cittadini si sono organizzati e hanno protestato all’esterno del Comune di Quarto. Motivo della protesta è la mancata erogazione dei buoni spesa.

A seguito dello stanziamento di fondi, da parte del Governo, per la distribuzione di buoni spesa, nel comune di Quarto sono 3000 le persone che hanno presentato domanda.

Come ci spiega il Collettivo Autorganizzato Popolare, a distanza di 20 giorni dal termine per richiedere i buoni spesa, solo una parte di queste domande sono state accettate. «I criteri di accettazione presenti sul sito del comune di Quarto sono incomprensibili, molte persone hanno avuto difficoltà a comprendere», spiegano.

In più, nelle graduatorie, sono assenti i numeri di protocollo. Per chiarire, si tratta di un riconoscimento e non è possibile ometterlo in una pratica di questo genere.

Continua a spiegare il Collettivo Autorganizzato Popolare 80010: «Una situazione che l’amministrazione non ha saputo gestire dall’inizio, molto spesso hanno dato motivazioni di dubbia oggettività nel comunicare l’annullamento della domanda. Lo sappiamo perché i cittadini ci chiamano per farsi aiutare o per sfogarsi per la situazione economica che stanno vivendo».

La protesta

Questa mattina, un gruppo di cittadini – distanziati e con mascherine – si sono recati all’esterno del comune di Quarto per parlare con il Sindaco. La richiesta è chiara: vogliono i numeri di protocollo e i motivi per cui a molte persone è stata annullata la domanda.

Per tutta risposta, il Sindaco non ha incontrato i cittadini – come chiedevano – e sono intervenute le Forze dell’Ordine per sedare la protesta.

«Ci sono tre mila famiglie che hanno fatto richiesta dei buoni spesa, che a causa di questa emergenza si trovano sulla soglia della povertà assoluta. L’amministrazione, invece di accelerare le pratiche si nasconde dietro la burocrazia. Se non sono capaci di sostenere un’emergenza è meglio che si dimettano», spiega un cittadino.

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