28 Novembre 2017

Portici, il padre dell’alunna sospesa: «le condanne esemplari non servono»

portici

Liceo Flacco di Portici: 16enne sospesa dalla scuola per una settimana dopo un commento negativo su Facebook. Parla il padre: «le condanne esemplari non servono a nulla»

Sono giorni di agitazione generale al Liceo Quinto Orazio Flacco di Portici, a causa della sospensione di C.P., una studentessa 16enne, dopo la pubblicazione di un commento negativo su Facebook nei riguardi dell’istituto.

La vicenda parte da un post riguardante la vittoria da parte della scuola di un ambito premio. Tra i mi piace di approvazione e i commenti positivi, però, si fa notare quello di C.P., studentessa dell’istituto, la quale critica aspramente la scuola.

«Presentare il Flacco in un contesto felice sui social media non lo renderà tale! Mai sentito alcun alunno del Flacco dire di essere felice nel contesto scolastico». Queste le dure parole della giovane.

La reazione della dirigente scolastica, Iolanda Giovidelli, non è tardata ad arrivare. Dopo la tempestiva eliminazione del commento, la scelta è stata di punire la giovane con una sospensione di 7 giorni senza obbligo di frequenza.

Un provvedimento ritenuto ingiusto da parte degli studenti del Liceo di Portici – affiancati dai colleghi degli istituti limitrofi -, i quali hanno espresso estrema solidarietà manifestando all’esterno dell’edificio.

Nessuno striscione o coro, però, può valere quanto le parole dei diretti interessati, i genitori della giovane. Abbiamo accolto le dichiarazioni del padre, avvocato, il quale ha deciso di rispondere ad alcune domande.

Parla il padre della studentessa

Com’è venuto a conoscenza del commento negativo di sua figlia nei confronti del liceo Flacco? «Tutto è iniziato la settimana scorsa, martedì, quando mia figlia torna a casa annunciando che ci sarebbe stato un consiglio straordinario della sua classe in seguito ad un comportamento sbagliato sui social. Non pensavamo fosse lei l’interessata.»

Una volta capito che il commento ritenuto sbagliato era di sua figlia, come ha reagito? «Mia figlia faceva notare che il commento era stato eliminato e non ricordava di preciso cosa avesse scritto. Io le ribadivo che per aver convocato un consiglio straordinario doveva essere qualcosa di grave.»

La preside sostiene che sono state utilizzate parole inopportune. È d’accordo? «Siamo stati convocati a scuola, la preside ha letto il testo sottolineandone le parole offensive. Ad oggi non ho ancora letto il testo originale ma solo le trasposizioni dei giornali. Non ritengo che mia figlia abbia offeso qualcuno ma giudico ciò che è stato scritto come inopportuno, perché la pagina di Facebook della scuola ha lo scopo di pubblicizzare l’istituto.»

Cosa pensa, invece, del provvedimento preso? «Quando è avvenuta la nostra convocazione, il provvedimento era già stato preso dal consiglio di classe. Trovo giusto da parte della Preside cancellare il commento, ma avrebbe dovuto ascoltarla. I social possono creare confusione. Se fosse stata ascoltata avrebbe avuto modo di spiegare e tutto ciò non sarebbe successo.»

Che genere di provvedimento disciplinare avrebbe preferito per sua figlia? «Ha ricevuto una condanna esemplare e si sa, filosoficamente e storicamente, che le condanne esemplari non servono a nulla. Avrei preferito un provvedimento disciplinare diverso. Eravamo addirittura disposti ad accettare che mia figlia fosse destinata per un numero di giorni a fare servizio all’interno della scuola. Solo così avrebbe capito le difficoltà di una preside di gestire un istituto, e che per fare una critica bisogna valutare ciò che si fa.»

«Sono stato accusato di aver strumentalizzato l’accaduto, – conclude il padre della giovane studentessa – io ho dato voce a mia figlia che non era stata ascoltata. Ho fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi genitore

L’esito della vicenda

La questione è, tuttavia, risolta. I genitori della 16enne sono stati convocati dall’Istituto domani per parlare con gli Ispettori. Durante la convocazione la giovane sarà ascoltata per spiegare le sue intenzioni, che non erano certo quelle di offendere la scuola e la dirigente.

Alessandra Del Prete, Alessia Aiello

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