17 Aprile 2024

Poggioreale, detenuto si fa inviare colomba di Pasqua con hashish

A trovare la droga è stato Spike, il cane poliziotto. Rinvenuta droga anche nelle confezioni di deodoranti stick

foto di repertorio

carcere

POGGIOREALE COLOMBA DI PASQUA HASHISH – Inviano ad un detenuto una colomba pasquale, all’interno c’era un panetto di hashish. Questo è accaduto nella casa circondariale di Poggioreale, dove si è creato l’ennesimo stratagemma per introdurre la droga all’interno delle carceri.

A scoprire il nascondiglio è stato il cane poliziotto Spike, agente a quattro zampe della Polizia Penitenziaria.

Colomba di pasqua piena di Hashish a Poggioreale: i dettagli

Il dolce è arrivato nella sezione dei pacchi destinati ai detenuti nel padiglione Livorno per i controlli di routine. Grazie al suo fiuto, il cane Spike è riuscito ad intercettare il dolce. Le autorità hanno trovato un panetto di hashish all’interno del dolce. Rinvenute anche diverse dosi di droga infilate nelle confezioni di deodoranti stick.

Le parole di Tiziana Guacci e Donato Capece

A rendere noto il ritrovamento è Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sindacato autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe):

L’operazione è stata eseguita dal personale di polizia penitenziaria, coordinato dal vicecomandante di Reparto, Savina D’Ambrosio, in collaborazione con le unità cinofile e il cane Spike. Un plauso al personale di Napoli Poggioreale che, nonostante un grave sovraffollamento e la grave carenza di organico, riesce a garantire la legalità.

Per Donato Capece, segretario generale dello stesso sindacato, sarebbe opportuno collocare i detenuti con problemi di tossicodipendenza in altre strutture. In questo modo riceveranno le cure adeguate:

Dai dati in nostro possesso sappiamo che quasi il 30% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su tre, ha problemi di droga. La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all’interno di un ambiente di per sé così problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta. Non vi è dunque dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere e che esistano da tempo dispositivi di legge che permettono di poter realizzare tale intervento. Questa potrebbe essere la strada da seguire per togliere dal carcere i tossicodipendenti e limitare sempre di più l’ingresso di sostanze stupefacenti.

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