Poggioreale detenuto chiama i carabinieri con un cellulare
Poggioreale detenuto chiama i carabinieri dal carcere col cellulare per segnalare di essere stato minacciato - "Caso eclatante e gravissimo"
Poggioreale detenuto chiama i carabinieri – La segnalazione del caso arriva dal segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo.
E’ successo nella tarda serata di ieri (23 agosto 2022), quando un detenuto del carcere di Poggioreale (Napoli) ha telefonato dalla sua cella i Carabinieri e il Garante dei detenuti per denunciare “di aver subito minacce“, non si a bene da chi.
È quanto raccontato da Di Giacomo a Napoli Today:
«Siamo di fronte ad un caso eclatante e gravissimo della diffusione di telefoni cellulari a Poggioreale come in tantissimi istituti del Paese che provocano gravi pericoli. Si pensi all’uso che ne fanno i capo clan e i più pericolosi criminali per impartire ordini agli uomini dei clan sui territori oppure come riprovano tanti episodi di cronaca per minacciare cittadini e persino compiere estorsioni. È il caso di ricordare che nel 2020 nelle carceri italiane sono stati rinvenuti 1.761 telefoni cellulari. Erano stati 1.206 nel 2019 e 394 nel 2018. Solo una piccola parte arriva attraverso droni contro i quali non credo serva a molto la “schermatura” delle carceri come pure qualcuno ha proposto tenuto conto che, come è stato accertato la “consegna”, avviene in tanti altri modi.»
E ancora, il segretario Aldo Di Giacomo ha sottolineato come permettere ai carcerati di usufruire di telefoni cellulari sia: «funzionale a obiettivi criminali e a coltivare la supremazia nell’ambito dei rapporti carcerari, perché quella disponibilità permette al detenuto di mantenere continui rapporti con il proprio ambiente esterno di provenienza e persino di continuare ad impartire disposizioni criminose da eseguire al di fuori della struttura carceraria.»
I cellulari consegnati nelle mani dei detenuti diventerebbero dunque degli oggetti pericolosi e degli ostacoli sia per i percorsi rieducativi (laddove si tratti di condanne definitive) sia per il soddisfacimento di eventuali esigenze cautelari (per quanto riguarda le condanne “non definitive”).
Poggioreale detenuto chiama i carabinieri con un cellulare – Di Giacomo conclude con amarezza:
«È del tutto evidente che non basta aver inserito, dall’ottobre 2020, il reato per chi introduce o detiene all’interno di un istituto penitenziario telefoni cellulari o dispositivi mobili di comunicazione, a differenza del passato quando era derubricato a semplice illecito disciplinare. Servono pene più severe, perché chi introduce il cellulare se la cava con una sanzione amministrativa o con pene irrisorie e chi lo usa non ha nulla perdere. Sarebbe sufficiente innalzare nel minimo a quattro anni la pena in modo da disincentivare seriamente il fenomeno. L’alternativa per lo Stato è dotare di ogni cella di un comodo impianto telefonico tanto per contribuire al clima, per boss e capi clan, da albergo a quattro stelle.»
Il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo non è un uomo di sole parole, ma con azioni concrete porta avanti quotidianamente la sua battaglia. Infatti, come spiegano i colleghi di Napoli Today: ” è impegnato da giorni in uno sciopero della fame e in tour tra le carceri per denunciare la gravità della situazione e sollecitare urgenti interventi di istituzioni e della politica“.
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