9 Maggio 2016

Pipita scatenato

Pipita scatenato, come De Niro nei panni del grande La Motta, il centravanti argentino, continua ad aggirarsi sul suo ring personale con Gunnar Nordhal, e il suo record di 35 marcature.

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E sembra davvero Boxare, il Pipita Higuaìn, è qualcosa di diverso dal semplice stare in campo, giocare a pallone.

Questo ragazzo si agita, si lamenta, urla, poi danza, colpisce e viene colpito, e sembra sempre in guerra con il mondo, una battaglia che è una costante questione personale,  questo ragazzo che sembra volare come una farfalla e pungere come un’ape.

Il record di Nordhal è lì, dal 1955, due goal per raggiungerlo, tre per superarlo, ancora novanta minuti.

Ma la prossima, ed ultima, partita non può ridursi solo a questo, certo. Il Frosinone verrà al San Paolo per disputare la sua ultima gara in serie A, e vorrà onorare al meglio l’impegno, come è giusto che sia.

Sebbene all’andata finì 6 a 1, sarà giusto restare concentrati e non immaginare che sarà una passerella per salutare i tifosi. Il Napoli questo secondo posto lo merita, e forse avrebbe meritato qualcosa in più, se non altro, di non finire così staccato dalla prima, ma resta un piazzamento assai ambito e prestigioso, i preliminari di Champions sono una trappola inesorabile, dati alla mano, chiunque sia costretto a disputarli, che li vinca o li perda, finisce sempre con il dar seguito ad una stagione difficile.

Intanto  l’ostacolo più difficile è stato superato, vincere contro il Torino in trasferta nel giorno della commemorazione della strage di Superga.

I Partenopei lo hanno fatto giocando almeno sessanta minuti di grande calcio. Il primo tempo è stato di eccezionale bellezza, per fugare ogni dubbio sulla necessità di continuare sul solco tracciato da Maurizio Sarri.

Manca ancora un po’ di concretezza, certe volte il Napoli è così bello da cercare, piuttosto che il goal, la marcatura da cineteca.  Ma è anche giusto che questi ragazzi si divertano, che provino a forzare la giocata, a divertirsi.

Sul finale gli azzurri pagano una certa irrequietezza, si affacciano vecchi fantasmi, il goal di Bruno Peres, con cui i granata accorciano le distanze, costringe i Napoletani a serrare i ranghi e a difendere questi tre punti fondamentali.

Soffrire è un talento che questo Napoli deve ancora imparare a maneggiare, il tassello che gli manca per essere perfetto. Ci sarà tempo per pensare al dopo, al mercato, alla prossima stagione, sarà importante confermare il maggior numero di elementi di questa squadra così bella, che non è solo il Pipita, ma si esprime attraverso la grinta di Allan, ieri il migliore in campo, delle geometrie di Jorginho e Hamsik, della forza di Koulibaly, della regia di Albiol, della

la sagacia tattica di Callejon, e il talento di Mertens e Insigne. Una squadra già bellissima, che avrà un costo consolidare, ma a cui manca davvero poco perché diventi davvero grande.

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