30 Giugno 2017

Pd, Daniele rompe con Paolucci: dalemiani sull’orlo di una crisi di nervi

Acque agitate nel centrosinistra tra PD e l’MDP napoletano: Daniele rompe con Paolucci

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Il consigliere regionale del Pd Gianluca Daniele, alcuni giorni fa, avrebbe formalizzato la revoca dell’incarico a Domenico Mirarchi, distaccato dal gruppo regionale del Pd presso la sua segreteria. Mirarchi è il cognato dell’europarlamentare Massimo Paolucci che, da alcuni mesi, ha salutato il Pd per aderire ad Articolo uno – Mdp, la formazione nata dalla scissione dei bersaniani e dalemiani. Una scissione che a Napoli ha fatto pochi proseliti visto che, a seguire Bersani, Epifani e Speranza è stato solo lo sparuto gruppo di dalemiani che fa capo a Paolucci, mentre la componente più consistente, quella vicina alla Cgil, è rimasta nel Pd, seguendo la decisione di Daniele che, da coordinatore regionale di Sinistra riformista, non ha gradito la scelta dei vertici nazionali della corrente di sinistra di uscire dal partito senza consultare i territori e la base.

Daniele, infatti, ha confermato a più riprese la sua intenzione di restare nel Pd, pur rimanendo molto critico sulle politiche portate avanti da Renzi, soprattutto in tema di lavoro e sociale. Per questo motivo, infatti, il consigliere regionale ha appoggiato la candidatura di sinistra di Michele Emiliano alle scorse primarie nazionali, come confermato dal fatto che i suoi principali collaboratori si sono spesi a sostegno alla mozione del presidente della Regione Puglia che, a Napoli città, ha incassato una percentuale molto superiore alla media nazionale, proprio grazie all’appoggio di Daniele che, alle scorse regionali, è stato la sorpresa in città, come recordman di preferenze.

La decisione di Daniele di restare nel Pd avrebbe, tra l’altro, lasciato Articolo uno – Mdp in grossa difficoltà a Napoli, dove si è venuta a creare una situazione che avrebbe mandato in allarme i vertici nazionali del movimento dei fuoriusciti. In città, infatti, il nuovo movimento sarebbe schiacciato tra l’area che fa capo a Daniele nel Pd, da un lato, e l’ampia sinistra che appoggia il sindaco de Magistris, dall’altro, con la prospettiva della nascita del nuovo movimento di Pisapia che potrebbe chiudere ulteriori spazi di manovra. D’altronde, i dalemiani non venivano da risultati lusinghieri nel Napoletano: avevano già preso una batosta alle regionali quando la loro candidata, la presidente del partito Elisabetta Gambardella, voluta da Paolucci, aveva raccolto solo tremila voti in città, il suo collegio elettorale, non centrando l’obiettivo dell’elezione. Mentre, al Comune di Napoli, non erano riusciti ad esprimere nemmeno un candidato nelle liste del Pd.

Infine, a incrinare ancor di più i rapporti tra Paolucci e Daniele il fatto che il consigliere regionale, negli ultimi mesi, sarebbe riuscito a costruire, sia sul partito che sulle politiche regionali, un rapporto “cordiale” con il governatore De Luca. Con i dalemiani sempre più relegati in un angolo.

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