Palmesano, il giornalista licenziato da un boss: “Voglio continuare a scrivere”
A “Open Space” parla Enzo Palmesano, il giornalista licenziato per ordine di un boss della camorra. Saviano: “Enzo per me è un maestro”
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Grande successo ieri sera per il programma curato dalla redazione delle Iene, condotto da Nadia Toffa, Open Space. La conduttrice, seguendo le dinamiche del programma “social talk”, ha intervistato il giornalista Enzo Palmesano e lo scrittore Roberto Saviano.
Alla domanda del web “Lei sa di essere un eroe?”, risponde: “No, non lo sono. Sono un giornalista e basta.” Mostra tutto il suo coraggio e la sua personalità, il giornalista licenziato per ordine di un boss della camorra, Enzo Palmesano. “Scrivevo per il Corriere di Caserta ma le mie inchieste e i miei articoli erano scomodi al clan Lubrano”, dice il giornalista. I Lubrano, il cui boss all’epoca era Vincenzo Lubrano, sono alleati con i corleonesi di Totò Riina. “Ho ricevuto minacce già nel 1998: mi era stato spedito un proiettile ed un messaggio che mi imponeva il silenzio.”
“Il clima che si respirava all’epoca era pesante: all’inizio nessuno voleva realmente pensare che fossi stato minacciato dai camorristi. Contro di me, iniziò una vera e propria tattica di discretito.” Da quel momento, comincia il calvario del giornalista: vengono annullate le pubblicazioni degli articoli e persino l’ambiente politico considera inattendibili le minacce. “Dal 2003 al 2014 ho vissuto nella solitudine assoluta”. Soltanto sei anni dopo, la verità sulla vicenda: “Il direttore del giornale è stato individuato come parte offesa e, ascoltato come testimone, ha negato tutto giustificandosi con il fatto che io fossi una calamita di querele, infondate e sempre prosciolte però. Io ero sicuro di ciò che scrivevo.” Dalle intercettazioni telefoniche, il boss Vincenzo Lubrano fa un parallelismo tra la vicenda di Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra, e Palmesano: “Bisogna fare qualcosa” – dice Lubrano – “altrimenti lo faccio fuori“.
“È grazie a Roberto Saviano che tutti conoscono la mia storia, in Italia non se ne è mai parlato. Stimo molto lui, so bene che, per questo lavoro, bisogna avere coraggio intellettuale, morale e fisico.” Riguardo la sua carriera da giornalista: “Mi aspetto di continuare a scrivere, di approfondire questioni non approfondite. Continuerei ora stesso. Non sono un eroe, sono un giornalista e basta.”
Intervistato dalla Toffa, lo scrittore Roberto Saviano dice la sua riguardo il giornalista: “Enzo è il mio maestro, è grazie a lui che ho iniziato ad annusare il territorio attorno casa mia. Mi mostrò le ville del boss: ricordo che ai pali che presiedevano gli ingressi dicemmo che eravamo studenti di architettura e volevamo ammirare la bellezza delle ville”. Riguardo il caso del licenziamento: “Dopo aver alzato il caso, mi aspettavo si venisse a creare un cataclisma nazionale, un caso mediatico. Invece no, solo un grande silenzio come sempre. Poi le intimidazioni: l’isolamento, le calunnie, le accuse di falso nei confronti di Palmesano. La delegittimazione è il meccanismo più forte usato per spezzare il coraggio di chi scrive“, conclude lo scrittore.
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