Osterholm Coronavirus, parla l’epidemiologo di Biden
Osterholm coronavirus: l’epidemiologo di Biden ha detto la sua riguardo l’epidemia attuale e la prossima eventuale pandemia
Michael T. Osterholm è il direttore del Center for Infectious Disease Research and Policy (CIDRAP) all’Università del Minnesota, ed è stato nominato membro della task force contro il Covid-19 del nuovo presidente americano Joe Biden.
L’epidemiologo è stato intervista da Repubblica, in merito alla presentazione del suo ultimo libro “Il peggior nemico. Come vincere la battaglia contro malattie infettive ed epidemie”.
Ecco le sue dichirazioni
SUL CORONAVIRUS: “abbiamo notizie buone e notizie cattive. La buona notizia è che il lavoro sui vaccini sta procedendo molto rapidamente, molto più di quanto immaginassimo. Ora dobbiamo aspettare l’iter di approvazione, dobbiamo lavorare sui processi produttivi e di distribuzione e poi potremo somministrarlo alle persone, e sono certo che questo avrà un grande impatto sull’epidemia. La cattiva è che non penso che vedremo vaccini prima del secondo o terzo trimestre del 2021“.
SU UNA PROSSIMA PANDEMIA: “Se dovesse essere simile a quella del 1918, per esempio, colpirebbe persone tra i 18 e i 30 anni, e quindi sarebbe tutto molto diverso. Spero veramente che la prossima pandemia non ci colga alla sprovvista, ma abbiamo bisogno di un livello molto più elevato di preparedness: al prossimo virus dobbiamo sapere in anticipo che tipo di vaccini dobbiamo sviluppare e come produrne rapidamente di migliori. E lo stesso vale per quanto riguarda la supply chain: dovremo distribuire farmaci e dispositivi di protezione in modo assai più efficiente di quanto abbiamo fatto oggi. Questo vorrebbe dire che abbiamo imparato tanto da questa pandemia. Tutto quello che stiamo sperimentando oggi deve essere registrato per poterci essere utile in futuro. Quando tutto questo sarà finito dobbiamo essere certi di avere imparato la lezione, così da essere più preparati in futuro”.
PER PREVENIRE LA PROSSIMA PANDEMIA: “Come CIDRAP stiamo lavorando insieme a diverse centinaia di altre organizzazioni allo sviluppo di un vaccino per l’influenza. Un giorno avremo un vaccino antinfluenzale potenzialmente universale, e che quindi cambierà le carte in tavola: potrebbe prevenire i ceppi emergenti di influenza o, se il contagio si dovesse diffondere, potrebbe consentirci di vaccinare rapidamente l’intera umanità. In questo senso sono ottimista, per quanto riguarda l’influenza siamo sulla strada giusta. Per quanto riguarda l’attuale pandemia, questa non sarà certamente l’ultima che dovremo affrontare. Ma almeno stiamo imparando un sacco di cose sui Coronavirus”.
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