Omicidio Garlasco: Andrea Sempio in caserma a Milano per prelievo del Dna nell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi
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Il 37enne, già indagato nel 2017, è stato convocato per il test del DNA: “Siamo sereni, è innocente”, affermano i suoi legali
Omicidio Garlasco: Andrea Sempio in caserma a Milano per prelievo del Dna – Andrea Sempio, il 37enne amico del fratello di Chiara Poggi, è stato convocato nella caserma dei carabinieri di Milano per un prelievo del DNA. Il test servirà a confrontare il suo profilo genetico con una traccia maschile ritrovata sotto le unghie della giovane vittima, uccisa a Garlasco nel 2007. L’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi, che ha colpito l’opinione pubblica per la sua complessità e le lunghe indagini, ha riaperto un nuovo capitolo che coinvolge nuovamente Sempio, già indagato nel 2017 e successivamente archiviato.
Accompagnato dai suoi avvocati, Sempio è arrivato nella caserma di via Vincenzo Monti, sede della sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri, senza rilasciare dichiarazioni ai cronisti presenti. Il 37enne è indagato per omicidio e accusato nell’uccisione di Chiara Poggi. La traccia di DNA trovata sotto le unghie della giovane potrebbe rivelarsi un elemento chiave nelle indagini.
L’esame del Dna non è stato richiesto dai legali di Sempio nell’inchiesta sull’omicidio di Garlasco
L’avvocata Angela Taccia, uno dei legali di Sempio, ha risposto alle domande dei giornalisti con tono tranquillo. “Siamo sereni, non abbiamo nulla da temere”, ha dichiarato. L’altro legale di Sempio, Massimo Levati, ha rincarato la dose, sottolineando che il suo assistito “è tranquillo perché è innocente”. Inoltre, Levati ha precisato che non sono stati i legali di Sempio a richiedere volontariamente il prelievo del DNA, ma che hanno atteso un’ordinanza del giudice delle indagini preliminari, ritenendo necessario un intervento di terzi.
In merito alle domande sulle telefonate fatte da Sempio prima dell’omicidio, l’avvocato ha ribadito che l’uomo cercava solo l’amico Marco e non Chiara. Inoltre, ha definito “superate” altre questioni legate agli scontrini di parcheggio e agli accertamenti archiviati.
Il legale ha accusato gli investigatori di aver organizzato nel 2017 una “macchinazione” con l’aiuto dei difensori di Stasi. Levati ha insinuato che qualcuno avesse manomesso il DNA di Sempio per creare un legame tra lui e la vittima. Secondo la difesa, qualcuno ha manipolato la compatibilità del DNA di Sempio con quello trovato sotto le unghie della vittima.
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