4 Giugno 2021

Nunzia Alleruzzo uccisa dal fratello: dopo 25 anni la verità

FONTE: RAINEWS.IT

Nunzia Alleruzzo uccisa dal fratello Alessandro, figlio dell’omonimo clan. Un pentito: “lo ha fatto per riscattare l’onore della famiglia”

Nunzia Alleruzzo scompare misteriosamente il 30 maggio del 1995 e viene ritrovata tre anni dopo, senza vita, in un pozzo. La svolta del caso arriva venticinque anni dopo. Secondo un collaboratore di giustizia, Nunzia sarebbe stata uccisa dal fratello Alessandro “per riscattare l’onore della famiglia”.

Caso Alleruzzo

Stando a quanto riportato dai colleghi di Fanpage, Nunzia Alleruzzo è stata uccisa da suo fratello perché tradiva il marito. Grazie alle testimonianze raccolte nel corso degli anni, il fratello della donna Alessandro Alleruzzo, figlio del boss mafioso Giuseppe, è stato arrestato. Per gli inquirenti si tratta di un “efferato omicidio condotto con gli stessi atti mafiosi in cui si muoveva la famiglia Alleruzzo”.

All’epoca dei fatti, l’omertà impedì di scoprire la verità sul decesso di Nunzia. Grazie ad alcune telefonate anonime, però, i Carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Paternò scoprirono i resti della stessa donna all’interno di un pozzo (un teschio con due fori causati da colpi di arma da fuoco). Il quotidiano sopracitato rende noto che ad ucciderla sarebbe stato appunto lo stesso fratello: dopo ben 25 anni di mistero.

Non solo le intercettazioni telefoniche, ma anche grazie alle recenti dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, Francesco Bonomo, Antonino Giuseppe Caliò e Orazio Farina, si è arrivati al movente del delitto e alla verità. Caliò ha dichiarato di “avere appreso direttamente da Alessandro Alleruzzo” che era stato lui ad “avere ucciso la sorella, sporcandosi di sangue e terra per averla dovuta trascinare, per riscattare l’onore della famiglia”. A fare ritrovare il cadavere di Nunzia Alleruzzo, secondo i racconti dei pentiti, sarebbe stato Santo Alleruzzo: alleato del clan all’epoca dei fatti, che dal carcere avrebbe detto a suo cugino Alessandro di “fare ritrovare il corpo della sorella per darle sepoltura”.

Alla riapertura dell’inchiesta, all’inizio del 2021, la Dda di Catania ha disposto intercettazioni nella cella del carcere di Asti dove erano detenuti Messina e Salvatore Assinnata, che affermavano: “… Alessandro è il mandante…eh…ammazzau...” (“Alessando è il mandante, l’ha uccisa”).

Fonte immagine: Rainews.it

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