Nola, prosegue il braccio di ferro sul caso degli alberi malati della villa comunale
Nola e gli alberi malati: una vicenda che va avanti da novembre, e che oggi registra un nuovo episodio nella querelle tra comune e associazioni di cittadini
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E’ questa una situazione che va ormai avanti dal 10 novembre 2014 e nelle ultime ore si é registrato l’ennesimo evento che ha riacceso la discussione fra le associazioni ambientaliste della zona di Nola e l’amministrazione comunale.
Si tratta della caduta di un piccolo esemplare di albero di Giuda, che il 5 giugno scorso è improvvisamente crollato a causa di un fungo che nei mesi scorsi aveva già provocato il cedimento di alcuni rami principali.
Ritorna così agli onori della cronaca la situazione delicata della villa comunale, ormai chiusa da mesi proprio in seguito ad una perizia di una èquipe di agronomi dell’Università Federico II di Napoli, la quale, oltre allo stato pietoso di molte piante dovuto all’incuria di anni, ha riscontrato anche la presenza di un batterio che ha colpito più del 50% degli alberi dell’unico polmone verde cittadino.
Sembra una storia simile a quella, altrettanto delicata, degli ulivi secolari della Salento, contaminati dal batterio della Xylella e condannati probabilmente ad un taglio che non solo danneggerà il patrimonio ecologico della Puglia, ma condannerà anche i numerosi produttori di olio d’oliva della regione.
A Nola c’è però di mezzo uno dei pochi luoghi di svago rimasti in città, un luogo che per anni è stato il punto di ritrovo di famiglie e bambini, ed era tra i posti più cari all’onorevole nolano Tommaso Vitale, al quale la villa fu appunto intitolata.
Attualmente sono in lotta, a Nola, due fazioni: quella comunale, forte della perizia dell’Università e del tecnico del vivaio Marrone Giuseppe Cardiello, e quella delle associazioni ecologiche cittadine.
Per il comune, su 75 piante ben 53 dovranno essere abbattute, includendo nell’elenco anche l’esemplare, rarissimo, di Taxodium Mucronatum, meglio noto come Montezuma.
Per le associazioni, invece, che si stanno servendo dell’appoggio di Legambiente, di Greenpeace e da altri gruppi di privati cittadini, la villa è ancora salvabile e pertanto essi hanno incaricato il Dottor Andrea Maroè dell’Università di Udine, esperto di alberi secolari, affinché quest’ultimo compia una controperizia.
La perizia, del costo di tremila euro, dei quali la metà serviranno soltanto per la trasferta da Udine del professor Maroè, è stata effettuata il 27 maggio e si attendono a breve i risultati.
Al momento, comunque, il comune ribadisce la necessità di procedere all’abbattimento del 75% degli alberi malati della villa, i quali saranno comunque sostituiti con altri esemplari di pari valore, soprattutto per tutelare l’incolumità dei cittadini ai quali, prima o poi, la villa dovrà essere necessariamente restituita. Di parere opposto le associazioni cittadine, le quali ritengono che la soluzione drastica del taglio sarà un danno gravissimo per la comunità e che molti degli esemplari abbattuti, risalenti all’Ottocento, non potranno mai essere ripristinati.
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