Nicola Cosentino condannato a cinque anni dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere
L’ex sottosegretario all’Economia del Pdl, Nicola Cosentino, è stato giudicato colpevole dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La condanna, a cinque anni, giunge al termine del processo di primo grado cosiddetto “Il Principe e la scheda ballerina”. L’accusa era di rimpiego di capitali illeciti
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Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia del PdL, è stato condannato a cinque anni di carcere dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
La condanna è relativa al processo di primo grado cosiddetto: “Il Principe e la scheda Ballerina”.
Cosentino è stato giudicato colpevole per il tentato reimpiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa.
L’ex-sottosegretario è stato già condannato complessivamente a 20 anni e mezzo di carcere in tre processi che si sono conclusi nei mesi scorsi.
In quello di oggi, Cosentino era imputato del finanziamento da cinque milioni di euro per la costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe. Quest’ultimo era denominato “Il Principe“, ed era stato voluto, secondo l’accusa, dal clan dei Casalesi.
Il centro commerciale non era mai stato realizzato. L’accusa, lo scorso dicembre, aveva chiesto 9 anni.
Cosentino è stato invece assolto dall’accusa di corruzione. Durante la fase delle indagini preliminari, l’ex-sottosegretario era stato prosciolto pure dai reati di falso e abuso d’ufficio. I sostituti della Dda di Napoli Fabrizio Vanorio e Sandro D’Alessio avevano chiesto 9 anni di carcere al termine della requisitoria. Ventuno, in totale, gli imputati nel processo.
Il processo coinvolgeva la Vian srl di Nicola Di Caterino (imputato nel processo).
I giudici hanno ritenuto che Cosentino si sia adoperato per far ottenere a quest’ultima un finanziamento di 5 milioni di euro dell’Unicredit. Per farlo, Cosentino si sarebbe recato a Roma, presso la filiale di via Bari, il 7 febbraio 2007. In quella data era presente con lui lo stesso Di Caterino.
Il prestito fu inizialmente erogato ma poi fu bloccato per mancanza di garanzie.
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