17 Settembre 2018

Da Napoli parte la zona economica speciale, ma di cosa si tratta?

zona economica speciale

Le imprese potranno investire al sud grazie alla zona economica speciale. Di cosa si tratta? Ci sarà realmente una semplificazione fiscale per le attività?

Da Nola il dado è stato tratto: Luigi Di Maio farà partire da Napoli la zona economica speciale, un comitato di indirizzo strutturale per le aziende e le imprese che vorranno investire al sud.

“E’ una grande occasione per la nostra regione e la seguiremo passo passo perché non bastano solo le zone economiche speciali ma dire alle imprese di venire ad investire con un regime semplificato e un percorso agevolato per il fisco è una buona occasione per i campani”.

Cos’è la zona economica speciale?

La zona economica speciale rientra in un piano formulato nel Decreto Sud ufficializzato il 3 agosto 2017, durante il governo Gentiloni che si occupa di dare disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”, in soldoni proprio il Decreto Sud che partirà da oggi.

Il provvedimento introduce agevolazioni nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. In particolare, si prevede un finanziamento fino a 1,2 miliardi per i nuovi giovani imprenditori under 35, una prima misura denominata “resto al sud” e 50 milioni per gli imprenditori agricoli under 40.

Per quanto riguarda le Zone Economiche Speciali, ridotte all’acronimo ZES, saranno 200, i milioni investiti e 40 milioni per favorire le politiche attive del lavoro nel Mezzogiorno oltre ai 150 milioni di euro per il sostegno amministrativo agli enti locali.

Come ben sappiamo, il piano chiamato ZES, è già ampiamente diffuso all’estero e rientra in quei progetti statali volti all’individuazione di aree dei paesi, collegate da porti, che consentano lo sviluppo di imprese già insediate o che si insedieranno, attraendo inevitabilmente anche investimenti esteri.

Le caratteristiche principali di una ZES

Come deve essere una zona economica speciale?:

  • istituita all’interno dei confini statali, in una zona geografica chiaramente delimitata e identificata;
  • composta anche da aree territoriali non direttamente adiacenti ma che abbiano un nesso economico funzionate;
  •  deve comprendere un’area portuale, collegata alla rete trans-europea.

Quali sono invece i benefici?

I benefici dovrebbero essere diversi, dalle agevolazioni fiscali e burocratiche, sia per le nuove imprese che naturalmente per quelle già esistenti nella ZES.

Il decreto Sud prevede di creare almeno cinque ZES in altrettante Regioni meridionali (Calabria, Campania, Sicilia, Basilicata e Puglia).

Le aree individuate sono:

  • Gioia Tauro;
  • Napoli;
  • Bari;
  • Taranto.

Come possiamo ricevere le agevolazioni?

L’impresa che voglia essere riconosciuta nell’ambito di questo progetto deve:

  • mantenere le attività nella ZES per almeno cinque anni successivi al completamento dell’investimento oggetto delle agevolazioni, pena la revoca dei benefici concessi e goduti
  • non devono essere in liquidazione o in fase di  scioglimento.

Inoltre vi sarà istituito un Comitato di indirizzo che avrà il compito di offrire:

  • gli strumenti che garantiscano la piena operatività delle aziende presenti nella ZES;
  • l’utilizzo di servizi sia economici che tecnologici nell’ambito ZES;
  • l’accesso alle prestazioni di servizi da parte di terzi.

Infine il comitato potrà  anche autorizzare la stipula di accordi o convenzioni con banche ed intermediari finanziari.

Fonti:

  • www.Ansa.it
  • www.fiscoetasse.com

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