10 Febbraio 2021

Napoli, sperimentano un nuovo vaccino italiano al Pascale

Fonte foto: Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale

pascale covid

All’ospedale Pascale di Napoli è in corso la sperimentazione di un vaccino anti-Covid tutto italiano, si chiama Covid-eVax

Napoli-  La lunga ed interminabile corsa al vaccino, tra le case farmaceutiche più note sembra interessare anche l’Italia, la quale ha avuto l’approvazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco per la sperimentazione del nuovo vaccino italiano dal nome Covid-eVax.

Come è nato il farmaco e come funziona

Il nuovo vaccino italiano da sperimentare è stato ideato da Takis in collaborazione con Rottapharm Biotech. Lo studio clinico di fase I e II partirà nel mese di Febbraio e si terrà presso l’Istituto nazionale Tumori Pascale di Napoli, l’Istituto nazionale sulle Malattie Infettive Spallanzani di Roma e l’ospedale San Gerardo di Monza, in collaborazione con l’Università di Milano- Bicocca, e darà i primi risultati sulla sicurezza e l’efficacia.

Il futuro vaccino italiano Covid-eVax, ha una differenza sostanziale rispetto agli altri vaccini utilizzati fin ora. Infatti, prevede l’iniezione intramuscolare di un frammento di DNA che andrebbe a produrre una porzione specifica della proteina ‘spike’ del virus aumentando la difesa immunitaria. Inoltre, il vaccino opera attraverso il processo di “elettroporazione” una tecnica per aprire dei pori della membrana cellulare favorendo così il passaggio del Dna all’interno delle cellule in maniera più semplice e naturale possibile.

Luigi Aurisicchio, amministratore delegato e direttore scientifico di Takis ha così commentato l’iniziativa: “L’autorizzazione di Aifa rappresenta il primo importante passo per lo sviluppo della tecnologia del Dna contro il Covid-19 ma anche per altre patologie. Tra gli importanti vantaggi, il Dna è economico, non ha bisogno di complesse formulazioni, può essere prodotto in larga scala e non ha necessità della catena del freddo. Ma soprattutto la vaccinazione può essere ripetuta nel tempo per aumentare e mantenere la risposta immunitaria e la sua flessibilità consente di essere facilmente adattata contro le nuove varianti del virus che stanno emergendo, qualora queste dovessero diventare resistenti alle attuali terapie vaccinali e agli anticorpi terapeutici”.

Fonte: Napolitoday.it

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