10 Novembre 2019

Napoli, serve un segnale forte

Deludente il pareggio casalingo del Napoli contro il Genoa. Per ripartire serve un segnale forte: due le strade possibili, ma vanno in direzioni opposte

È un pareggio che fa male. Non tanto per il risultato in sé, ma per tutto il contesto fattuale e ambientale all’interno del quale questo 0-0 va ad inserirsi. A guardare (e riguardare) la partita non si può dire che il Napoli abbia giocato male. Anzi. È stato creato un buon numero di occasioni, i fraseggi in fase offensiva sono stati rapidi e puliti, la difesa attenta al netto di qualche disattenzione individuale.

Cosa è mancato allora?
1. Tranquillità, innanzitutto. Dopo quella che, probabilmente, è stata la peggior settimana di tutta la gestione De Laurentiis la tensione si taglia a fette durante il match, la pressione è soffocante e la lucidità ne risente.
2. Precisione. Ed è una naturale conseguenza. Lozano, Mertens e Insigne sprecano tanto.
3. Cattiveria. Grave, perché dopo una settimana del genere almeno la voglia di “mangiare il campo” deve esserci. Le conclusioni scialbe di Fabián Ruiz, per esempio, lo rendono irriconoscibile.
4. Fortuna. Che, si sa, aiuta gli audaci e, dunque, non tocca agli azzurri nella serata di ieri mentre si incarna in Ionuț Andrei Radu che appare insuperabile.

Poi i fischi. Tanti e per chiunque, dall’inizio alla fine. Bersaglio prediletto, il capitano del Napoli Lorenzo Insigne, visto dalla vulgata come il principale responsabile dell'”ammutinamento”, una parola strappata con violenza al gergo militare e utilizzata a sproposito alla ricerca (dilagante) di uno spicciolo sensazionalismo.

Cosa fare ora? Serve un segnale forte ed è chiaro che deve partire dai vertici societari. In una situazione del genere sono due le strade percorribili, entrambe non esenti da rischi e che vanno in direzioni opposte:

  1. Rinnovare il contratto a Carlo Ancelotti. Per la dirigenza del Napoli rappresenterebbe un segnale forte. Una netta presa di posizione: “il Napoli è dalla parte del suo allenatore, che in tutta la sua carriera ha vinto in Italia, Inghilterra, Francia, Spagna, Germania e soprattutto in Europa. A chi non è con noi tanti saluti”.
  2. Interrompere il rapporto di collaborazione con Carlo Ancelotti. Anche in questo caso, da parte di De Laurentiis, si tratterebbe di una radicale presa di posizione: “il Napoli prende atto del fatto che Ancelotti, nonostante un curriculum di tutto rispetto, possa non aver trovato i giusti meccanismi con l’ambiente Napoli, difficile per antonomasia”.

In qualunque direzione, purché si proceda in maniera decisa. Perché stagnare nel limbo non serve a nessuno.

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