Napoli: primo trapianto di madre in figlia con robot, la storia di Fortuna
É il primo trapianto del sud Italia avvenuto tra madre e figlia attraverso un robot, la storia commovente di Fortuna
Napoli. Questa è la storia di un primo trapianto di rene effettuato con un robot, una storia commovente, a lieto fine ma fatta anche di dolori e sacrifici. É la storia di Fortuna, 27 anni, una ragazza che non poteva più dire di avere una vita serena a causa della sua patologia che la costringeva ad avere uno stile di vita rigido, diversa da quella degli altri. I farmaci, l’ospedale, le rinunce l’avevano portata a vivere lontana dagli affetti e dagli amici, così come ha spiegato anche in un’intervista per il Mattino: “Non mi sembrava vero di poter condurre una vita come quella dei miei coetanei e, soprattutto, di aver scongiurato la dialisi”
La malattia, infatti, ha fatto il suo decorso fino a quando non è stato necessario, per i medici, optare per un trapianto di rene. La madre, appena avuta la notizia dai medici della necessità di un nuovo rene per la figlia Fortuna , non ha battuto ciglio. Si è sottoposta a tutti i controlli di routine ed ha voluto sottoporsi all’intervento insieme a sua figlia per ridonarle ancora una volta una vita, una nuova.
L’iter dell’intervento
L’intervento, avvenuto al Policlinico Federico II è stata la prima donazione di rene da donatore vivente con approccio robotico, in Campania. Si tratta di un vero e proprio record della medicina italiana, frutto del lavoro del professor Roberto Troisi, esperto nelle tecnologie innovative dell‘Unità Operativa Complessa di Chirurgia Epato-billo-pancreatica, mininvasiva e robotica clinica da lui diretta e completata dall’efficienza del lavoro dell’Unità di Chirurgia generale e dei trapianti di rene del Policlinico Federico II. L’intervento di Fortuna, in particolare, è durato tre ore frutto di un lavoro intenso di un team efficiente e preparato. Per la madre, invece, l’intervento è stato poco invasivo ed ha richiesto una degenza di 48 ore. Il primo trapianto di rene con robot conclusosi nel migliore dei modi, è garantito dalla massima sicurezza e presa in carico globale di donatore e ricevente da parte del Policlinico Federico II, così come ha spiegato Anna Iervolino direttore generale dell’azienda ospedaliera. Per le due donne, adesso, non rimane che ricominciare una nuova vita, consapevoli di avere un amore più grande e un legame più forte di prima.
fonte: IlMattino.it
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