22 Marzo 2019

Napoli: Piazza Garibaldi diventerà un “bosco urbano”

Fonte foto: La Repubblica

Napoli

Napoli: il Comune dà il via ai lavori per il restyling di Piazza Garibaldi in vista delle prossime Universiadi di questo luglio

Napoli – Il comune della città partenopea avvia il progetto di restyling di Piazza Garibaldi in vista delle Universiadi 2019.

Stando a quanto riportato dai quotidiani Vesuvio.Live e Repubblica, la piazza si trasformerà in un nuovo parco urbano.

L’area sarà decorata da ben 130 alberi e sarà adibita a parco giochi con la possibiltà di usufruire di alcuni campetti per giocare a calcio o a basket.

Inoltre, secondo le intenzioni degli architetti, in quel posto sarà inagurata una cavea per eventi culturali-cinematografici con ben 3 mila posti.

Ennio Cascetta, presidente della Metropolitana, è emozionato da questa nuova iniziativa:

“Sarà una nuova piazza del Plebiscito. Il bosco che stiamo piantando ha la stessa estensione del Plebiscito, 20 mila metri quadrati ma sono certo che diventerà il nuovo simbolo di Napoli. […]Piazza Garibaldi è stata da sempre un non luogo, un grande parcheggio e ora diventa un super luogo. Sarà la piazza alberata più grande d’Italia nei pressi di un luogo di mobilità. Sarà un giardino attrezzato in una zona che non ha mai avuto verde. Il panorama della grande piazza con lo sfondo del Vesuvio, diventerà un nuovo simbolo di Napoli dove scattare selfie.”

Inoltre Cascetta paragona questa nuova iniziativa a quella precedente di addobbare la metropolitana con opere d’arte.

“È come quando si decise di mettere le opere d’arte nelle stazioni della metro; si temeva che le rovinassero, che potessero portarle via. Fu una sfida e invece oggi quelle opere sono ancora lì. Piazza Garibaldi è una sfida ancora più importante perché qui le opere non sono all’interno delle stazioni ma all’aperto, a disposizione di tutti. Se si vince questa sfida, vince la città. È una delle aree degradate, questo può essere il seme di una riqualificazione che si attendeva da tempo. A patto però che il territorio partecipi. E che anche le comunità straniere largamente presenti sul territorio adottino questi spazi e lo sentano loro, contribuendo a tenerlo bene”.

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