“Napoli Milionaria!”: oggi l’opera compie 75 anni
#ACCADDEOGGI – “Napoli Milionaria!”: nel 1945 fu messa in scena per la prima volta l’opera del drammaturgo napoletano Eduardo De Filippo
ACCADDE OGGI – Il 25 marzo del 1945, ben 75 anni fa, veniva messa in scena per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli, l’opera teatrale “Napoli Milionaria!” del drammaturgo, regista e scrittore napoletano Eduardo De Filippo.
La commedia è divisa in tre atti e fu composta da Eduardo nel giro di poche settimane: «Poche settimane dopo la liberazione mi affacciai al balcone della mia casa di Parco Grifeo, e detti uno sguardo al panorama di questa città martoriata: allora mi venne in mente in embrione la commedia e la scrissi tutta d’un fiato, come un lungo articolo sulla guerra e le sue deleterie conseguenze».
Di cosa parla
I atto
La commedia si apre nel 1942 in un basso napoletano in cui vive la famiglia del tranviere disoccupato Gennaro Iovine. Nella stessa casa vivono la moglie Amalia (interpretata dalla sorella di Eduardo) e i tre figli Amedeo, Maria Rosaria e Rituccia ancora piccola. La famiglia sopravvive durante la seconda guerra mondiale con un traffico illecito di generi alimentari e di caffè, che viene “offerto” da Amalia al prezzo di tre lire. Gennaro è contrariato da questo stile di vita che potrebbe portarli in galera.
II atto
Nel secondo atto la guerra è finita e il basso non è più disordinato ma è messo a nuovo. Gennaro è scomparso a seguito di un bombardamento e mentre la moglie si lascia corteggiare da Errico Settebellizze, trafficante di merce di contrabbando che si mette in società con lei facendo prosperare gli affari. Proprio nel giorno del compleanno di Settebellizze torna Gennaro, reduce dalla prigionia che vorrebbe raccontare la propria storia ma nessuno è disposto ad ascoltarlo. Intanto, Rituccia ha la febbre.
III atto
Nel terzo e ultimo atto la figlia più piccola si aggrava ma viene salvata grazie ad un farmaco donato da un pover’uomo che Amalia aveva trattato con disprezzo. Gennaro aiuta la famiglia a percorrere una strada senza guai e la casa ritorna ad essere silenziosa, in attesa che la notte passi: se Rituccia supera la notte sarà salva.
Ed è proprio in questo ultimo atto che è divenuta celebre la frase “Adda passà ‘a nuttata”, una frase di speranza che risuona ancora oggi e che, soprattutto oggi, dà il coraggio di andare avanti.
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