1 Maggio 2017

Napoli, manifestazione dei lavoratori presso l’ospedale Loreto Mare

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In ricorrenza della giornata del lavoro, oggi molti lavoratori sono giunti per le strade di Napoli per dar voce ai loro diritti

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NAPOLI – Giornata del lavoro, è questo il titolo del primo giorno del mese di Maggio. Giorno che ha portato molti lavoratori e lavoratrici  a giungere in piazza per dar voce ai loro diritti, diritti che non sono pienamente riconosciuti e garantiti.

Il luogo prescelto dai lavoratori e rappresentanti dei sindacati CGIL, UIL, CISL , è il piazzale Orticello a Loreto Mare.  I sindacati hanno voluto ricordare la grande gogna mediatica verificatasi poco tempo fa di fronte allo scandalo dei lavoratori assenteisti de Loreto Mare, sottolineando che bisogna riflettere sulle questioni relative agli appalti, alla trasparenza della pubblica amministrazione e dunque sui fenomeni corruttivi.

Un giorno che anziché ricordare e sottolineare l’importanza del lavoro ma soprattutto dei lavoratori, si è trasformato in un giorno di ribellione, di manifestazione pubblica, per chiedere ancora una volta lavoro, legalità, politiche utili al welfare, diritto alla salute… Tutti aspetti che sono presenti nella carta ma non nella pratica. Eppure la Costituzione Italiana riconosce nel primo articolo: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”

In particolare fra i tanti lavoratori presenti in piazza destano attenzione i cosiddetti “fantasmi del lavoro”, giovani ragazzi  giunti per le strade della città per chiedere dignità e riconoscimenti. Come riporta “Il Mattino”, i manifestanti hanno sottolineato: ” Noi siamo quelli che lavorano in nero tutti i giorni e non hanno diritti. Oggi è la nostra festa e vogliamo scendere in strada a dire a tutti che ci siamo e che vogliamo essere considerati per quello che siamo. Lavoratori e lavoratrici senza diritti ma indispensabili alla vita della nostra città e del nostro paese”.

Dunque la domanda che sorge di fronte a questo fenomeno sociale è questa : quanto ancora bisogna attendere per ricordare il primo maggio come festa dei lavoratori e non più come giorno di ribellione per il mancato lavoro nel nostro Paese ?

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