28 Settembre 2017

Napoli Film Festival, Massimiliano Gallo e il nuovo Cinema Napoletano

Nella serata del 27 settembre, al Napoli Film Festival, l’attore Massimiliano Gallo ha discusso della sua carriera e del nuovo cinema napoletano

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Una storia più unica che rara, quella di Massimiliano Gallo. Figlio d’arte (suo padre era il cantante ed attore Nunzio Gallo), l’artista napoletano aveva esordito a Teatro, ed era diventato noto al pubblico unicamente per le sue interpretazioni teatrali (tra le quali, si citano quelle in “C’era una volta…Scugnizzi” e “Bello di papà” di Salemme). Solo nel 2008, a 40 anni, l’attore partenopeo ha interpretato il suo primo ruolo cinematografico. “Meglio tardi che mai”, recitava il famoso detto, e non può che essere azzeccato in questo caso. Ieri sera, al Napoli Film Festival, l’attore ha ripercorso la sua – meravigliosa – carriera cinematografica decennale, e ha parlato in generale del Cinema Napoletano.

Ma andiamo in ordine: nella terza serata di una ricca diciannovesima edizione del Festival del Cinema tutto made in Naples, al Cinema Hart, per la rassegna Incontri ravvicinati, Massimiliano Gallo ha incontrato il pubblico partenopeo. Dopo aver discusso della sua partecipazione all’ultima edizione del Festival di Venezia con ben tre film (“Nato a Casal di Principe”, “La Gatta Cenerentola”“Veleno”, l’ultimo dei quali è stato proiettato alla fine dell’Incontro), la proiezione di quattro clip da altrettanti film (Fortàpasc di Marco Risi, La Kryptonite nella Borsa di Ivan Cotroneo, Per Amor Vostro di Giuseppe M. Gaudino e il film a episodi Vieni a Vivere a Napoli) ha sottolineato l’originalità e la varietà della sua carriera cinematografica.

Inserito tra i 50 personaggi più influenti del Cinema Italiano da Ciak, Massimiliano Gallo è un illustre esponente di un Nuovo Cinema Napoletano, un Cinema che va contro i più gretti stereotipi della città partenopea. E Veleno di Diego Olivares, un film definito “tosto”“un racconto di persone normali che sono avvelenate dalla Terra dei Fuochi”, riesce ad essere una colonna portante di questa nuova corrente, che potrebbe riuscire, finalmente, a riportare la tradizione cinematografica partenopea ai suoi fasti originali.

Noi, almeno, ce lo auguriamo.

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