30 Aprile 2020

Napoli, cibo a domicilio e oltre 300 locali notturni chiusi

Napoli: cibo e drink da asporto. A pagarne maggiormente è la movida, sono oltre 300 i locali notturni chiusi e senza sostegno economico da fine febbraio

NAPOLI –  La situazione economica potrebbe riprendersi in tempi vicini, ma attualmente vige ancora caos per la riapertura di alcune attività.

Da lunedì ristoranti e pizzerie sono aperti dalle ore 16 alle 23 per le consegne a domicilio, ma la Regione Campania ha approvato una nuova ordinanza – numero 39 – che modifica l’ordinanza del 22 aprile scorso, ove viene confermata la possibilità di aprire per gli altri servizi di ristorazione.

Con il massimo rispetto delle leggi dettate dallo Stato: prenotazione telefonica, consegna a domicilio nel territorio comunale, rispetto delle norme igienico-sanitarie nelle diverse fasi di produzione e confezionamento.

Chi non rispetterà tutte le norme sono previste multe da 400 a 3mila euro.

A pagarne di più, però è il settore della movida di tutta l’Italia, non solo di Napoli, che dovrà attendere ancora un bel po’ per la ripresa delle attività.

La “Fase 2” non prende in considerazione discoteche, club e pub.

Il numero dei locali notturni chiusi a Napoli supera i 300 e conta circa 1500 lavoratori, escluso l’esercito di barman e camerieri. Per loro, attualmente, non ci sono entrate e sostegno economico da fine febbraio.

L’11 maggio saranno in piazza a Roma i rappresentanti dell’insegna Silb, che raggruppa gli imprenditori dell’intrattenimento e i titolari di discoteche e locali notturni.

Ecco le parole riportate da Affaritaliani.it:

“Siamo chiusi da fine febbraio e non sappiamo quando riapriremo e come riapriremo! Dobbiamo pagare affitti, dipendenti, il fatturato è zero. Il governo si è limitato a farsi garante di finanziamenti che seguono il normale iter procedurale, ovvero non vi è alcun agevolazione. La parola discoteche non viene menzionata da alcun decreto, come se i 50.00 lavoratori che impieghiamo e i 4 miliardi di fatturato che produciamo siano nulla, senza contare l’indotto di barman, camerieri, catering, musicisti, ballerini, dj, tecnici che si muove dietro di noi”.

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