12 Settembre 2017

Mugnano, resta ai domiciliari Giuseppe Varriale: l’accusa è ancora di omicidio volontario

mugnano

Si continua ad indagare per fare chiarezza sulla morte di Alessandra Madonna, deceduta a Mugnano dopo essere stata trascinata per diversi metri dall’auto del suo ex fidanzato

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Il giudice per le indagini preliminari ha confermato l’accusa di omicidio volontario in capo a Giuseppe Varriale, il giovane 24enne che, vicino alla sua casa di Mugnano, ha ferito mortalmente la sua ex fidanzata, trascinandola con la sua auto per diversi metri.

Durante l’interrogatorio sostenuto nelle scorse ore davanti al gip, Giuseppe ha cercato di ripercorrere tutti i momenti di quella tragica sera che hanno portato alla morte di Alessandra Madonna. Giuseppe ha confermato durante l’udienza di convalida la versione dei fatti già resa in precedenza: non si è accorto che Alessandra fosse aggrappata alla sua auto.

Il giovane ha inoltre ripercorso tutti i momenti trascorsi quella sera, sin da quando ha incontrato Alessandra in un locale di Coroglio: “Ero lì per una festa di compleanno. Anche Alessandra si trovava in quel locale, ma per motivi di lavoro”, ha dichiarato Giuseppe, che ha poi continuato: “Abbiamo scambiato qualche battuta, lei mi ha chiesto chiarimenti sulla rottura della nostra relazione. Le ho risposto di volerle ancora bene, ma che la storia era da ritenersi chiusa per diversità caratteriale.”

Qualche ora più tardi, dopo essersi allontanato dal locale coi suoi amici, Giuseppe racconta di essere stato chiamato più volte dalla sua ex fidanzata al cellulare, senza però mai rispondere alle chiamate: “Me la sono ritrovata accanto con la sua auto nei pressi di Capodichino. Mi ha chiesto di fermarmi, ma ho preferito proseguire”.

Giuseppe rivide poi Alessandra nuovamente, stavolta a Mugnano, in via Cesare Pavese, nei pressi dell’abitazione del giovane, che stava rincasando: “Lei è scesa e mi ha seguito a piedi fino al secondo cancello elettronico. Ho abbassato il finestrino del lato guida e le ho detto che non era il caso di insistere. Capendo che non aveva alcuna intenzione di lasciar perdere, ho deciso di andarmene per rincasare in un secondo momento. Così ho fatto inversione e me la sono trovata nuovamente sul lato sinistro. Avevo il finestrino abbassato e le ho ripetuto di andare via”

Negli attimi immediatamente successivi, la tragedia: “Ho ingranato la marcia e sono partito, ma dopo pochi metri ho sentito un rumore di tacchi sull’asfalto, come se qualcuno mi stesse rincorrendo. Mi sono fermato e sono sceso dall’auto. Solo allora mi sono accorto che Alessandra era a terra, riversa in una pozza di sangue, con il volto rivolto verso l’alto”.

Giuseppe ha allora accompagnato la giovane in ospedale, ma per lei non v’era più nulla che i medici potessero fare.
Il giudice, Barbare del Pizzo, non ha creduto totalmente alla versione resa da Giuseppe, che resta accusato di omicidio volontario. Sono troppe le cose che non tornano nel suo racconto, come il frammento della cintura di Alessandra, rinvenuto inspiegabilmente nella sua auto. Il ragazzo continuerà ad essere sottoposto agli arresti domiciliari.

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