Morte maradona, giallo infermiera: “io costretta a mentire”
La morte di Maradona porta con sé un’ombra di mistero relativa alle sue ultime ore di vita. L’infermiera che lo ha assistito: “costretta a dire di averlo sentito”
È un vero e proprio giallo quello che sta emergendo in merito alle ultime ore di vita di Diego Armando Maradona. Si è infatti discusso a lungo, negli scorsi giorni, sul ritardo dei soccorsi. Questa versione dei fatti, però, sembra essere stata smentita, in quanto la prima ambulanza sarebbe arrivata appena 11 minuti dopo la telefonata di richiesta di intervento. Il problema, secondo quanto emerso da un’inchiesta del Clarin, è che Diego era già deceduto al momento della chiamata.
Maradona ancora vivo al momento della telefonata? Infermiera: “ho dovuto mentire”
Il mistero riguarderebbe l’infermiera che lo ha assistito. Costei, in un primo momento, avrebbe raccontato che alle 07:300 ora locale Maradona fosse ancora vivo, per poi cambiare la propria versione dei fatti. Stando alle sue parole, sarebbe stata costretta a mentire, scrivendo nella chat degli infermieri che lo aveva sentito muoversi nella sua stanza a quell’ora e che lo aveva lasciato riposare. Sulla chat in questione è stata aperta un’indagine.
Sull’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, inoltre, si legge: “Nel gruppo di Whatsapp degli infermieri di Diego ha scritto che era tutto ok. Erano le 8.50. Quando lo psicologo Carlos Diaz e la psichiatra Agustina Cosachov hanno bussato alla porta intorno alle 11, Diego non rispondeva. Sono poi arrivati Maximiliano Pomargo (assistente di Maradona e cognato dell’avvocato Morla) e il nipote Johnny. Subito è entrata anche l’infermiera, che ha compiuto le prime manovre di rianimazione. La temperatura di Diego era ancora normale. Il primo medico ad arrivare abita vicino alla casa del Pibe. La chiamata alla polizia del medico di Maradona, Leopoldo Luque, è durata 43 secondi e non è mai stato detto che il paziente era Diego. ‘Maschio, esattamente 60 anni, possibile arresto cardiaco’: ha detto questo e basta“.
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