21 Gennaio 2020

Montemagno: “Napoli è straordinaria!” – L’intervista di Napoli.ZON

Foto da pagina Facebook ufficiale di Marco Montemagno

Montemagno, Napoli, Lavorability,

A margine dell’evento di presentazione del suo nuovo libro, Marco Montemagno si è raccontato ai microfoni di Napoli.ZON. “Napoli è straordinaria, ha nel DNA la capacità di distinguersi”

Marco Montemagno, lo “zio Monty”, ha aperto a Napoli il suo “Lavorability tour“, il tour di presentazione del suo ultimo libro “Lavorability. 10 abilità pratiche per affrontare i lavori del futuro“. Il libro è uscito il 20 gennaio, ma è già best seller su Amazon tra i libri italiani. A margine dell’evento tenuto al Teatro Mediterraneo ha risposto a qualche nostra domanda.

È la prima volta che organizzi un evento a Napoli. Ti piace la città? Come ti hanno accolto i napoletani?

Napoli è straordinaria. Avevo questa battuta un po’ di tempo fa che diceva ‘dobbiamo liberare il napoletano che è in noi’. Molti non la capiscono, ma in un’era dove cambia tutto nel lavoro tu devi avere un pizzico di follia irrazionale. Devi essere un po’ pazzo furioso. Rory Sutherland dice che ‘se tu ragioni come tutti gli altri, arrivi alle conclusioni di tutti gli altri’, dunque è difficile distinguersi. E io credo che Napoli abbia nel DNA questa capacità di distinguersi“.

Hai deciso di aprire il tuo Lavorabilty tour a Napoli, in un contesto che in campo lavorativo presenta delle difficoltà endemiche. In questo contesto forse più che in altri i tuoi consigli possono realmente fare la differenza per tanti giovani in cerca di riscatto. Marco Montemagno “umano” la sente questa responsabilità?

Assolutamente! Io cerco sempre di stare molto attento alle mie competenze reali. Che cosa penso di sapere o credo di aver capito un po’ di più e cerco sempre di parlare di cose che provo sulla mia pelle. Non ho ricette magiche da vendere per inventarsi o trovare un lavoro. Bisogna innanzitutto essere umili e avere la consapevolezza che si riparte sempre da zero. Anch’io con questo libro riparto da zero. Potevo scegliere di pubblicarlo con un editore come quelli precedenti e invece l’ho fatto da me. Volevo dimostrare che i social hanno una potenza e, infatti, il libro è primo tra tutti i libri venduti in Italia. Per cui l’approccio è molto semplice, io faccio le mie piccole startup, cerco di capire come sfruttare questo vasto mondo del digitale e se ti interessa, bene. Se, invece, trovi soluzioni migliori della mie sono interessato a saperle ed è uno scambio che credo possa essere utile“.

Tra cultura, paesaggio, arte, storia, tradizioni e quotidianità cosa ti senti di suggerire agli amministratori per potenziare e “vendere” meglio il brand Napoli?

È sempre complesso valutare le città perché ci sono tanti interessi in gioco, spesso contrapposti. Però una cosa importante è prendere atto del fatto che ormai la gente si è spostata su questo aggeggio qua (indica lo smartphone, ndr) e qui c’è l’attenzione del pianeta. Quindi la domanda è ‘se io voglio programmare il mio viaggio, come fa Napoli a essere in cima agli interessi delle persone?’ e quello che farei io è un team totalmente digital su cui cercherei di investire bene per lavorare su quello che è il turismo che arriva dall’estero. Per cui un team che produca contenuti per il mercato cinese, quello americano, quello russo e che siano contenuti all’avanguardia. Cercherei, inoltre, di ingaggiare un sacco di influencers che hanno un peso nel mondo dei viaggi. Ce ne sono diversi, anche italiani. Lavorerei, insomma, ogni giorno per fare in modo che per chiunque pensi ‘voglio andare in vacanza’ Napoli sia sempre tra le prime città che vengono in mente“.

In Italia è un po’ diffusa la cultura del “dipendentismo”, per cui si ha sempre bisogno di esser dipendenti di qualcuno per avere un’apparenza di sicurezza. Come si fa a capillarizzare l’idea semplice secondo la quale con dedizione e intraprendenza chiunque, grazie al digital, può ricavarsi il proprio spazio autonomamente?

Ci sono tanti pregiudizi e luoghi comuni. C’è una visione più ‘macro’ dove tu non puoi cambiare una cultura da un giorno all’altro. E soprattutto non la cambi con i fatti. La gente è radicata in tante concezioni per un fatto più emotivo, irrazionale e di percezione. Anche storico o familiare. Non basta che io ti convinca con i fatti. Per cui lì è solo il tempo, le generazioni che devono passare. Dall’altro lato puoi fare una serie di attività nelle scuole, nei licei, nelle università e cominciare a divulgare messaggi corretti e di buon senso. Oggi il fraintendimento è che se vuoi intraprendere o fai il ‘nuovo Facebook’ oppure sei uno sfigato. Non deve essere così. Magari vuoi costruire la tua piccola realtà, vuoi essere indipendente e oggi grazie al digital puoi farlo. A me a scuola hanno insegnato che la strada è quella lì: studi, ti laurei, mandi curriculum, fai fotocopie e poi forse… Nel 2020 davvero questa deve essere l’unica strada? Ci sono tante persone che si inventano un lavoro che va bene per loro, per cui perché negare questa realtà?

L’ultimo Governo ha introdotto per la prima volta dopo tanto tempo il Ministero dell’Innovazione. La Ministra Paola Pisano si è dimostrata molto attenta, seppur con le dovute difficoltà, alle esigenze delle startup e alla lentezza della burocrazia che non regge il passo della velocità dell’innovazione. Una provocazione: se la Repubblica Italiana chiamasse, Marco Montemagno come risponderebbe?

L’esperimento del Ministero dell’Innovazione è stato già provato, ricordo c’era Stanca (Lucio, ndr). La verità è che è molto complicato. Non è che Paola può risolvere il problema o può farlo Diego Piacentini. L’innovazione è tutto: dal font che utilizzi per le lettere dell’Inps, per esempio, oppure come ti comporti e comunichi con i dipendenti. L’innovazione è un universo. Non è che puoi prendere una task force di fenomeni e dire ‘ok, ora innovate l’Italia!’. Se tu sei nel traffico puoi pensare: ‘oggi c’è un sacco di traffico’, oppure puoi pensare: ‘anch’io sono il traffico’. L’innovazione è la stessa cosa, siamo tutti noi che dobbiamo farla. Ed è un lavoro lungo e faticoso e dovrebbe essere trasversale in tanti settori. Dal lato mio cerco di dare il mio piccolo contributo. Faccio le mie iniziative, organizziamo Startup Italia, l’evento di startup più grosso che c’è in Italia. Faccio startup anche in Italia. Cerco di divulgare in scuole e università. Faccio video per l’Italia. Ognuno prova a contribuire come può“.

Il video integrale dell’intervista sulla nostra pagina Facebook:

https://www.facebook.com/napoli.zon/videos/3127572754134850/?__xts__%5B0%5D=68.ARAa6SVH5y4FyyN0HsSGjQRVZX5ELBrShBjQIOUVFRw2A7r-6XaiRhy4xMA-YsHaOycN9CHEcFU97nLMKQ7K3gCS-v94BDVrhLTKsuNVeqSU8rLeYwu2FlJ59sgggTiva9NV5ZvrYlBwKJw_waONXXgj_YSTFMIe1hsGW-zFgIWsIlKAUzI2qzmjpP_rEEEFE9OHYyvUQ-qVtLVwA-adejlSda0IRm0hIwVnpBM_yhUimAMVGhPrhW7ajGb7nwlNntM5J9ifqcpsa7bPznN_A8oTLG7M4Hd50g8pdd3nGb5F-3VE2-rCcK8X35BQ3iAWJk_YLqmvQU7xohBLOUCqNLQyGyVwz5u6&__tn__=H-R

 

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