Mertens: “Segno tanto così ADL mi rinnova il contratto. Il mio asso nella manica..”
SSC Napoli, parola a Dries Mertens, l’attaccante belga: “Segno tanto così De Laurentiis è costretto a tenermi! E ho l’asso nella manica”
SSC NAPOLI: LE DICHIARAZIONI DI DRIES MERTENS- Dries Mertens è il bomber più prolifico di sempre a Napoli: la gente lo ama e “Ciro” vuole davvero concludere la sua carriera all’Ombra del Vesuvio. Per farlo però serve un rinnovo di contratto, che sarà con ogni probabilità discusso con ADL, Giuntoli e il suo entourage nei prossimi mesi. Dopo l’addio di Insigne e Manolas, i tifosi partenopei si augurano di non perdere l’ultima bandiera restante in squadra.
Ecco le dichiarazioni di Mertens, che ai microfoni del Corriere dello Sport racconta: “Dal primo momento ho avvertito un’attrazione fatale per la città, per la gente. Qui ci sono nove anni ed un quarto della mia vita: ci sono stato, e ci starò, sempre bene, perché ho immediatamente avvertito affetto. Sono stato fortunato nella scelta. Non sapevo che sarei andato ad abitare a Palazzo Donn’Anna e per chi conosce quel luogo c’è poco da spiegare. E’ un posto che ti prende l’anima, io al mattino mi sveglio e vedo il mare, ho un orizzonte che ti conquista, se è possibile posso salire in barca, andare ad Amalfi o a Capri, respirare, immergermi in acqua, vivere. Nella drammaticità del Covid e di questa fase dell’esistenza dell’universo ho potuto scoprire altro, ho apprezzato ancora di più quel luogo, casa mia, mi sono costruito, grazie a mia moglie, nuovi interessi, ho cominciato a cucinare, seguendo i suoi consigli”.
MERTENS A LIVELLO UMANO– “Sono cambiato, anche profondamente, da quando ho saputo che sarei diventato papà. E come uomo mi sento diverso, più attento e più responsabile, anche più sensibile. Ho sempre ritenuto di essere sufficientemente maturo, pur sentendomi un ragazzo, ma adesso è arrivato un momento nuovo, in cui sono chiamato a completarmi. E mi è venuta naturale questa trasformazione. Sento ingigantirsi il mio rispetto verso le donne, che ho sempre guardato con ammirazione, però la gravidanza di Kat ha accentuato questo lato teneramente sconosciuto della mia personalità”.
SUL FUTURO– “Io sto qua. Ho un contratto con opzione a favore del club. Aspetto e poi si vedrà. So che esistono due strade, una è quella dell’addio. E so anche che nel momento in cui sarà inevitabile salutarsi, a casa Mertens piangeranno tutti, io, Kat, anche il bambino, mi creda. Io qui sono un uomo felice e lo è la mia famiglia. Ma bisogna essere realisti e pratici: il Napoli potrebbe non avere più bisogno di me, e spero non accada subito, però nel caso in cui questo si dovesse verificare, io tenderò la mano, sarò grato per avermi dato la possibilità di appartenere a questo mondo e di avermelo fatto apprezzare. Non dimenticherò un solo istante”.
SUL POSSIBILE RINNOVO – “Segnare tanto, così Adl sarà costretto a tenermi. Più gol faccio e più lui capirà che varrà la pena farmi firmare. E poi ho l’asso nella manica… Invece di andare in giro a buttare soldi, per compare un attaccante nuovo, gli concedo la possibilità di tesserare mio figlio. Ha un centravanti giovane, con una carriera lunga davanti a sé. Ed io non devo mollare né la casa, né tantomeno Napoli”.
SQUADRA PIÙ FORTE – “Quella del secondo anno di Sarri, quella che andò vicinissima allo scudetto, ché se fai 91 punti ti tocca quasi per diritto”.
DIARIO DEL GIORNO – “Che domenica dobbiamo affrontare la Salernitana, alle 15, un orario ormai insolito. E bisogna batterla. Abbiamo buttato via troppi punti e ci sono stati tolti tanti giocatori, nei momenti-chiave. Se il secondo Napoli di Sarri è stata la squadra più bella, questa lascia dentro di sé tante domande: dove saremmo se Covid, infortuni e Coppa d’Africa non ci avessero sottratto tutti quei compagni?”.
IL PIÙ GRANDE COMPAGNO – “L’Higuain dei 36 gol non ha eguali. Io sono compagno in Nazionale di De Bruyne e di Lukaku, che rappresentano eccellenze. Ma il Pipita di quella stagione faceva di tutto e giocava per la squadra. Fu un mostro“.
GOL PIÙ BELLO – “E pure perché non ho ancora finito. Devo mettere al sicuro il mio record e quindi se DeLa vuole e me lo consente, mi piacerebbe arrivare a 250. Però posso dire che la prima rete, quella a Firenze, il duetto con il Pipita, ha un posto particolare. Giocavo poco, in quei momenti, o io o Insigne, e dopo aver segnato andai ad abbracciare Colombo, il nostro terzo portiere, che tempestavo di tiri in allenamento. Lui mi teneva su: aspetta e vedrai. Ebbe ragione lui”.
COSA VUOL FARE MERTENS DOPO AVER SMESSO DI GIOCARE A CALCIO? “Viaggiare tanto e poi impegnarmi con i giovani calciatori. Ho letto che sei su dieci, quando lasciano, si accorgono di aver dilapidato la loro ricchezza e parecchi si ritrovano in difficoltà. Io ho avuto una famiglia che mi ha illuminato e una moglie che ha condiviso con me il processo di crescita. Non posso pensare che si buttino via così i propri sacrifici. Non sarei un manager, chiariamolo, ma mi vorrei inventare una figura nuova, fedele e rassicurante, che sappia consigliarti e garantire un gioioso distacco dalla carriera”.
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