Marigliano, truffa allo Stato: arrestati 10 avvocati e dipendente del Comune
Scoperta truffa del GIP di Marigliano: 10 avvocati arrestati, 3 sospesi dall’esercizio della professione per un anno. In carcere un dipendente del Comune
Marigliano – I Carabinieri del nucleo operativo di Castello di Cisterna hanno scoperto una maxi truffa ai danni dello Stato.
Coinvolte nella truffa, al momento, 15 persone.
Pesanti i capi d’accusa: corruzione, soppressione, distruzione e occultamento di atti pubblici, falsità in atti pubblici, uso di valori di bollo contraffatti e truffa ai danni dello Stato.
I destinatari dell’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal GIP di Nola sono: 13 avvocati e un dipendente del Comune di Marigliano.
Per il dipendente comunale è stata disposta la custodia in carcere.
Dei 13 avvocati coinvolti nella truffa, 10 sono stati posti agli arresti domiciliari, per i restanti tre è stata disposta la sospensione dall’esercizio dell’attività per 12 mesi.
Le indagini dei carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Nola, hanno svelato una gestione illecita degli affari penali presso l’ufficio del Giudice di Pace di Marigliano.
Stando a quanto emerso dalle indagini, il cancelliere preposto all’ufficio iscrizioni a ruolo assegnava ad avvocati, con cui intratteneva rapporti di amicizia, i fascicoli di cui erano patrocinatori al giudice di pace a loro più gradito.
All’interno della cancelleria, interi fascicoli sarebbero stati distrutti dagli avvocati; inoltre, sarebbero stati creati diversi fascicoli completamente falsi, recanti nomi di soggetti deceduti o di fantasia.
Gli avvocati, in cambio di queste assegnazioni, facevano dono al cancellieri – durante cene organizzate presso la dimora di quest’ultimo – preziosi oggetti in oro.
Dalle indagini è emerso, inoltre, che alcuni degli avvocati finiti nell’indagine avrebbero utilizzato marche da bollo contraffatte per l’iscrizione a ruolo di cause presso gli uffici del Giudice di Pace del circondario di Nola.
In tal modo, i funzionari delle cancellerie addetti all’iscrizione, tratti in inganno, emanavano atti pubblici falsi, appropriandosi del valore nominale delle marche da bollo utilizzate.
Il danno così inferto alle casse dello Stato è stato calcolato intorno ai 40.000 euro.
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