Manuela Arcuri ricorda Pupetta Maresca, è polemica
Dopo la morte di Pupetta Maresca, la lady camorra, Manuela Arcuri le dedica un post su Facebook. É polemica sui social
Roma. Grande indignazione per il popolo del web che dopo aver notato il post commemorativo dell’attrice Manuela Arcuri sulla morte di Pupetta Maresca, si è letteralmente incendiato.
Pupetta Maresca, conosciuta anche con l’appellativo di Lady camorra, è venuta a mancare lo scorso 30 dicembre all’età di 86 anni. Personaggio di spicco della camorra degli anni ’80, Pupetta Maresca era già stata omaggiata dall’attrice Manuela Arcuri attraverso una fiction del 2013 , andata in onda su canale 5, proprio dal titolo “Pupetta Maresca- il coraggio e la passione”. Adesso, dopo la sua morte, l’attrice ha voluto dedicarle un post su Facebook con una loro fotografia:
“Assunta Maresca, una donna coraggiosa, forte, senza paura, agiva di impeto.. sbagliando più volte: “ho pagato con le mie lacrime le mie scelte!” Così racconta la sua tormentata vita, che io nel 2013 ho interpretato in una delle mie fiction di maggior successo. Addio Pupetta RIP“, ha scritto Manuela Arcuri.
Il post, di contro, ha suscitato non poche reazioni. A partire dal consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli che ha risposto al post dell’attrice con queste parole:
“Sono rimasto esterrefatto nel leggere il ricordo di Pupetta Maresca postato da Manuela Arcuri sui social. L’attrice, che ne ha interpretato il ruolo in una discutibile fiction di qualche anno fa, ne ha parlato come di ‘una donna forte e coraggiosa che agiva d’impeto’, omettendo completamente il suo ruolo di primo piano come donna di camorra, condannata anche per omicidio, al fianco di boss spietati e sanguinari. Un vero e proprio schiaffo in pieno volto a tutte le vittime innocenti della criminalità e della camorra e alle loro famiglie molte delle quali, ancora oggi, chiedono giustizia. Mi auguro che l’attrice riveda ciò che ha scritto e con grande rammarico noto che sono stati davvero in pochi a prendere le distanze da questa stucchevole glorificazione di una donna che ha commesso crimini violenti. Nel nostro Paese è in corso una vera e propria battaglia per arginare la cultura della violenza e dell’apologia dei clan e dei camorristi e ognuno deve fare la propria parte. Come ha fatto la Questura, vietando su mia richiesta i funerali pubblici, o il giornale inglese ‘Guardian’ che ha dato risalto alla battaglia per impedire l’ennesimo tributo pubblico ai clan. Lo star system non deve tirarsi indietro e chi ha la responsabilità di essere personaggio pubblico ha il dovere di dire tutta la verità, fino in fondo. Soprattutto quando si parla di modelli che non vanno assolutamente seguiti o glorificati“.
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