20 Gennaio 2016

Quando Mancini non vedeva…

Lite nel dopo gara: Mancini attacca Sarri per Omofobia, divampano le polemiche. Parole molto forti del Mancio e i giornalisti rincarano la dose

[ads1] Il vero problema è che quest’anno del Napoli non si riusciva a dire nulla di male e la cosa puzzava a molti. Niente droga, discoteche, prostitute e malavita. Solo lavoro, sacrificio e meritocrazia. Questi termini che non si confanno all’idea nazional popolare che si ha del capoluogo campano, non era possibile, qualcosa di storto, di becero, ci doveva essere e adesso, come sempre accade, tutti ci sguazzeranno felicemente, come maiali nel fango.

Quando Sinisa Mihajlovich tesseva le lodi di Željko Ražnatović, per tutti meglio noto come Arkan la tigre. Un criminale di guerra Serbo che per tutti i ruggenti anni novanta si è macchiato di crimini di Guerra, crimini contro l’umanità, genocidio e pulizia etnica. Quando Dejan Stankovic esibiva verso gli ultras Serbi con il numero 3, che sta ad indicare Dio, Patria e Zar, praticamente l’equivalente nazionalista serbo del saluto Nazista.

Stankovich

Stankovic e il saluto “Nazista” dei nazionalisti Serbi

Quando Paolo Di Canio correva verso la curva della Lazio come un esaltato, facendo proprio il saluto Nazista. Quando la curva dell’Inter venne squalificata per cori razzisti all’indirizzo dei Napoletani, a quel tempo, e in tutte le situazioni indicate precedentemente, Mancini manteneva il suo aplomb, sapeva minimizzare, volgeva ciuffo e foularino dall’altra parte.

Certo è probabile che Il Mancio, conosca assai meglio la parola “Frocio” che la storia del ventesimo secolo, ma di sicuro, quando si tratta degli amici, è più facile farsi una risata, dire: “che ci vuoi fare…” o, persino, “sono cose di campo…”. Si perché questo è successo ieri, una cosa di campo. Certo Sarri ha sbagliato, usare certi termini è becero e offende la sua intelligenza, ammesso che le abbia davvero usate certe parole, perché Sarri ha avuto persino l’onestà di non smentire, ma nemmeno confermare, avrebbe potuto dire Mancini ha capito male e tutto finiva lì.

Si sono usate parole assai dure, nel dopo gara, si è parlato di Omertà, di inadeguatezza a certi livelli, si è detto che è indifendibile, che le sue scuse non si possono accettare, e non si sono proferite a caldo, in preda alla trans agonistica, ma comodamente seduti in uno studio televisivo. Addirittura si sono andati a cercare i precedenti, dando vita ad un processo farsa stile Soviet.

La verità è che negli sport di contatto certe cose accadono, sono sempre accadute, nel calcio, come nel rugby, come nel pugilato, solo che tutti hanno sempre avuto la decenza di soprassedere, una volta che il match era finito.

Mancini

Lite tra Mancini e Sarri, divampa la polemica nel dopo gara

Perché sono cose di campo, appunto,non si tratta di omertà, ma di osservare un codice, delle regole non scritte, ma che tutti hanno sempre osservato, che forse da fuori sembrano senza senso come osservare un dialogo tra sordo muti, ma chiare, chiarissime, a tutti quelli che appartengono ad un certo mondo. Mancini non è un eroe, è un permaloso, avrebbe potuto risolvere la cosa a quattrocchi, con il diretto interessato, invece ha fattola figura dell’educanda, del catechista oltraggiato.

E poi finiamola di dire sempre che all’estero certe cose non succedono, siamo stufi di essere offesi di provincialismo, all’estero accade tutto quello che accade anche da noi.

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