15 Gennaio 2021

Leggenda dei maccheroni napoletani: Jovanella e il mago

Foto da napolituristica

Leggenda dei maccheroni napoletani

Da dove nasce la ricetta dei maccheroni napoletani? Scopriamo insieme la leggenda dietro questo piatto tipico della nostra città

Tra le storie raccontate dalla giornalista e scrittrice Matilde Serao nella sua raccolta “Leggende napoletane c’è una leggenda che spiega l’origine dei maccheroni napoletani.

Stando a quanto riportato dalla Serao nel suo libro di racconti popolari, i maccheroni napoletani sarebbero stati inventati da una sorta di stregone nel 1220, durante il regno di Federico II di Svevia.

Si narra che in quel periodo nel vico dei Cortellari all’ultimo piano di una piccola casetta abitasse Chico, un uomo che passava giornate intere a far ribollire qualcosa nel suo pentolone. Questa strana consuetudine fece sì che si diffondesse la voce, soprattutto fra i vicini, che Chico fosse uno stregone. Cosa ci faceva, infatti, Chico con quel pentolone se non qualche sortilegio?

Fu quello che decise di scoprire Jovanella di Canzio appostandosi un giorno dietro la porta del mago e spiandolo. In realtà, come ella presto capì, Chico non era un mago: inventava semplicemente nuove ricette con le erbette che gli portava il suo servo. Gli esperimenti culinari di Chico colpirono a tal punto Jovanella che gli rubò la ricetta e la ripropose a suo marito Giacomo.

Quest’ultimo era uno sguattero del palazzo reale e non ci pensò due volte a riferire al cuoco di Federico II che la moglie gli aveva fatto mangiare un piatto “di così nuova e tanto squisita fattura da meritare l’assaggio del re.

Jovanella fu, dunque, invitata al palazzo reale dove preparò il suo piatto speciale: i maccheroni napoletani, appunto. Il re lo assaggiò e ne rimase tanto soddisfatto da donarle a cento monete d’oro come ricompensa.

Tutti vollero imparare la ricetta dei maccheroni (da “macarus”, cibo divino) e ben presto la pietanza divenne popolare in tutta Napoli. Lo stesso Chico venne a conoscenza del “furto” subito e se ne rammaricò a tal punto da lasciare la città per sempre.

Jovannella confessò da chi avesse rubato l’invenzione dei maccheroni solo in punto di morte.

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