Legambiente: a Napoli una scuola su due necessita di manutenzione
Secondo il XVI Rapporto Ecosistema Scuola 2015 di Legambiente il 55% delle scuole campane necessita di interventi urgenti di manutenzione
[ads1] L’indagine annuale di Legambiente sulla qualità dell’edilizia e delle strutture scolastiche, il Rapporto Ecosistema Scuola, che va avanti ormai da 16 anni, rivela per il 2015 uno scenario tutt’altro che roseo per quanto riguarda la situazione delle scuole campane.
Il dossier, contenente i dati raccolti su circa 500 edifici campani frequentati da 120 mila studenti, pone Napoli al 41 esimo posto, prima tra le grandi città del Sud, seguita da Avellino al 44 esim
o e Salerno al 52 esimo; la parte alta della graduatoria risulta quasi prettamente occupata da scuole del Nord e Centro Italia, dove circa 1 scuola su 3 necessiterebbe di interventi di manutenzione, contro la percentuale di 1 su 2 delle scuole campane. Benevento e Caserta, per quanto concerne la Campania, non sono presenti nella “classifica” a causa di dati incompleti.
L’indagine su Napoli, in particolare, prende in esame 436 istituti scolastici frequentati da circa 92 mila studenti. Il 59% degli edifici scolastici napoletani, secondo Legambiente, necessita di interventi di manutenzione urgente, e, in tal senso, risultano piuttosto scarsi gli investimenti, tenendo conto della media nazionale: 7000 euro circa il dato regionale ad edificio, per gli investimenti in manutenzione straordinaria, a fronte dei 34mila nazionali; 4.300 euro, per gli investimenti in manutenzione ordinaria, contro i 7700 nazionali.
Esigui anche gli investimenti nei servizi di scuolabus (solo il 7% regionale contro la media nazionale del 25%), assenti quelli di pedibus, poche le scuole raggiungibili su piste ciclabili, gli istituti provvisti di biblioteche e meno della metà (42%) gli edifici dotati di giardini e spazi verdi utilizzabili.
Altro dato allarmante risulta quello circa i criteri antisismici: solo sul 30% degli edifici è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica, percentuale che si abbassa al 28,3% se si considerano anche Avellino e Salerno, e solo 27 istituti napoletani sono stati costruiti secondo norme antisismiche.Queste percentuali sono basse soprattutto se si tengono presenti quelle relative alla situazione ambientale, per cui il 91 % delle scuole sono collocate in zone a rischio sismico e l’85% in zone a rischio vulcanico ed idrogeologico.
Sono positivi, invece, i dati riguardanti la raccolta differenziata, la presenza degli impianti sportivi negli istituti e la sicurezza delle aeree circostanti le scuole. Pollice in su anche per i dati sul possesso delle certificazioni, che nel caso di agibilità, impianti elettrici e certificazione igienico-sanitaria, sono tutti sopra la media nazionale. Per quanto riguarda i dati sui rischi ambientali, i monitoraggi per l’amianto sono effettuati in tutte le scuole, mentre in nessuna si effettuano quelli per riscontrare eventuali presenze di radon.
In linea generale, si può dire che l’indagine promossa da Legambiente mette in evidenza soprattutto la presenza di edifici piuttosto vecchi (il 39% costruito prima del 1974, anno in cui sono state approvate le norme antisismiche) con servizi in calo, probabilmente a causa dei tagli agli enti locali, e poca capacità di investire secondo criterio e pianificazione, e che quindi, ci sono, sì, molti dati in crescita che fanno ben sperare, ma allo stesso tempo persistono ancora tanti altri punti da dover migliorare.
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