La presa di Cristo, da Caravaggio un focus sulla Passione di Gesù
La splendida opera in esposizione nella sede della Fondazione Banco di Napoli
La presa di Cristo è il capolavoro di Caravaggio che in questo tempo quaresimale, con l’avvicinarsi della Pasqua, Resurrezione di Gesù, richiama ad una riflessione rivolta a contemplare e a ripercorrere i momenti della Passione di Cristo. Un’opera che rappresenta un segno tangibile della ricerca della misericordia e della redenzione, valori che continuano a risuonare nell’animo di ogni spettatore, come ha spiegato chiaramente don Gianni Citro.
Mostrata al pubblico soltanto tre volte dal secolo scorso l’esposizione del dipinto La presa di Cristo a Napoli è un’occasione d’oro per gli appassionati di Michelangelo Merisi da Caravaggio.
La presa di Cristo – La mostra presso la Fondazione Banco di Napoli
La prima volta l’opera fu esposta nel 1951 negli spazi di Palazzo Reale di Milano, quando si presentava sporca e con varie ridipinture. Rimossi gli strati, dopo il recente restauro, il dipinto ha trovato una sua nuova apparizione nelle sale della Fondazione Banco di Napoli, dopo essere stata esposta lo scorso anno presso Palazzo Chigi di Ariccia.
La presa di Cristo è in esposizione fino al 16 giugno 2024 presso Palazzo Ricca, storica sede della Fondazione Banco di Napoli, in Via dei Tribunali 213 a Napoli.
La mostra è stata fortemente voluta dai curatori Francesco Petrucci e don Gianni Citro, presidente della Fondazione Meeting del Mare C. R. E. A., per l’ampio contenuto spirituale che contiene l’opera di Caravaggio.
Un evento che ha trovato grande collaborazione e il supporto della Fondazione Banco di Napoli che attivamente promuove e sostiene l’arte. L’esposizione, in uno spazio divenuto nel tempo punto di riferimento della storia della cultura napoletana, s’inserisce perfettamente tra le attività della Fondazione che hanno l’obiettivo di combattere il degrado e favorire l’integrazione sociale nell’ambito cittadino, rispettando e valorizzando la mission del Banco di Napoli.
La presa di Cristo – I documenti nel museo il Cartastorie
Negli spazi di Palazzo Ricca il visitatore avrà l’opportunità, non solo di ammirare un’opera meravigliosa e di grande valore, ma anche di conoscere e ripercorrere la vicenda napoletana del primo soggiorno del pittore lombardo presente nella documentazione degli antichi banchi pubblici napoletani, che viene proposta attraverso un’immersione in uno spazio dedicato del museo il Cartastorie, dove sono custoditi tre importanti documenti: la committenza del mercante Nicolò Radolovich al maestro per una pala d’altare, datato 6 ottobre 1606, prima testimonianza certa della presenza a Napoli del Caravaggio in fuga da Roma; il pagamento per la realizzazione dell’opera più rappresentativa del soggiorno napoletano, Sette opere di Misericordia, datato 9 gennaio 1607; un documento dell’11 maggio 1607 riferito alla Flagellazione, un tempo nella chiesa napoletana di San Domenico Maggiore, oggi al Museo Diocesano – Complesso Monumentale Donnaregina.
La presa di Cristo – I curatori della mostra
“Caravaggio è un pittore concettuale – sottolinea Francesco Petrucci – e quello che gli interessa sono soprattutto i contenuti espressivi. Il quadro, che ritorna a Napoli, dove, nella collezione Colonna di Stigliano, era presumibilmente rimasto fino al 1830 circa, è la prima versione della “Presa di Cristo”, seguita, poi, dalla replica di Dublino, che non ha la stessa potenza espressiva, è molto più piccola e non ha la cornice nera rabescata d’oro, che aveva il prototipo. Cornice, peraltro, comune ad altre opere romane del Merisi. L’opera esposta a Napoli compare nei corposi inventari Mattei con tale cornice, presenta inoltre numerosi pentimenti tipici di una prima versione, assenti nella replica irlandese».
“L’esposizione della ‘Presa di Cristo’ nella città di Napoli, che accolse Caravaggio fuggitivo e spaventato e che lo ha indotto alla ricerca della Misericordia e della Redenzione, è indizio di un tragitto culturale che si va caricando di provocazioni sempre nuove, a partire dalla affannosa corsa verso la libertà di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, fino alla ricerca silenziosa e ai traguardi invisibili di ogni quotidiano fruitore di questo evento, racchiuso in un segmento d’arte e di spirito». spiega don Gianni Citro.
La presa di Cristo di Caravaggio in mostra fino al 16 giugno dal martedì alla domenica – dalle 10.00 alle 18.00 – Biglietti: 10 euro – intero; 5 euro – ridotto 12-17 anni; gratis – da 0 a 11 anni e persone con disabilità e accompagnatore – Informazioni: Ilcartastorie.it – fondazionebancodinapoli.it – fondazionemdmcrea.it
Biglietti in vendita nella sede della mostra e sui circuiti GO2 e TicketOne
La Presa di Cristo – qualche cenno sull’opera
L’opera raffigura la scena in cui Gesù viene tradito da Giuda che, baciandolo, lo indica ai soldati romani inviati per arrestarlo. La luce intensa e drammatica che illumina il volto di Gesù e il suo gesto di rassegnazione contrastano con l’oscurità circostante e l’azione violenta dei soldati.
– L’azione è raffigurata su una tela posta in orizzontale. Gesù è raffigurato immobile e dimesso; Giuda lo schiaccia. Il centro visivo del quadro è formato dalle due teste contrapposte dei protagonisti. Il perno compositivo della scena è fissato dai volti del Cristo, che prefigura i patimenti e la sua Passione, di Giuda e di San Giovanni, che è colto in fuga, dal viso bloccato in un urlo, che presagisce le sofferenze del Messia che seguiranno alla sua Cattura. Sul lato destro del quadro un uomo, che assiste alla cattura di Gesù e che illumina la scena con una lanterna, avrebbe le sembianze del Caravaggio stesso. La lanterna in mano al Caravaggio, secondo un altro storico d’arte Maurizio Marini, ricorderebbe Diogene e la ricerca della fede e della redenzione a cui il pittore tendeva. La frenesia dell’insieme, data dallo sbilanciamento delle figure e ravvisata dai guizzi di luce sulle corazze dei soldati, rende il fare concitato e dinamico della scena. – (wikipedia)
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