27 Novembre 2020

Kusturica: “Un film su Ronaldo? Non ha niente da raccontare”

Kusturica: “Un film su Cristiano Ronaldo? No, non ha niente da raccontare”. Le dichiarazioni del regista jugoslavo in onore al Pibe de Oro

Sullo sfondo cinematografico, non è solo il grande Paolo Sorrentino – che a ‘Diego deve la vita’ – ad elogiare El Pibe de Oro, ma anche l’intramontabile regista Emir Kusturica.

Kusturica, regista cinematografico e musicista, era molto amico di Diego Armando Maradona tanto da raccontarne – dopo una lunga serie di interviste – attraverso un documentario la vita, le gesta e le debolezze del figlio di Napoli. Il regista jugoslavo, nel 2008, dedicò a Diego ore intense di una vita – che dir si voglia – immortale.

La personalità di Emir, per quel che ci perviene, era molto vicina alla figura di Diego Armando Maradona, specie nel periodo più complicato della sua esistenza.

Intervistato dal Corriere della Sera, Emir Kusturica, ha ricordato soprattutto l’uomo che era Diego, al di là di ogni forma di connotazione.

Nessun altro, cosa potrei dire di Cristiano Ronaldo? È perfetto, guadagna una montagna di soldi, ma dov’è la personalità? Che storie ci potrebbe raccontare? Nessuna”, le parole del regista che evidenziano l’insuperabilità del campione (e non solo).

LE DICHIARAZIONI DI EMIR SU MARADONA

Kusturica ammette in tutta chiarezza di non ricordare nell’ultimo secolo un lutto così condiviso”. Un addio che ha unito tutti in un periodo critico di emergenza sanitaria. Ecco le sue parole:

“Non ricordo nell’ultimo secolo un lutto cosi condiviso, dall’Argentina alla Somalia alla Serbia. E mentre il mondo è diviso dal Coronavirus, arriva quest’uomo, questo Dio caduto e compassionevole che ci riunisce di nuovo e ci fa piangere. Il mio è un film che parla di vicinanza. Nell’anno in cui abbiamo lavorato insieme, siamo stati davvero vicini, tra di noi è esplosa subito la chimica.

Venivamo entrambi dalla strada, dalle periferie, io da Sarajevo e lui da Buenos Aires e conoscevamo la difficoltà di crescere e sopravvivere ai bordi delle città. Ma non è stato sempre semplice avere a che fare con lui. Sapeva essere imprendibile, come sul campo: una volta ho volato fino a Buenos Aires e non si è fatto trovare, era sparito. Lui era così. Ma la sua forza era la compassione: aveva un sorriso incredibile, Diego, come quelli di alcuni dei babilonesi, come Gilgamesh. Una giorno sono andato con lui a vedere il Boca ed era una partita minore: urlava, si dimenava, era come un terremoto, riempiva lo spazio intorno a sé.”

La frase più celebre che l’unico 10 azzurro pronuncia nel documentario è: Pensate che giocatore sarei stato senza la cocaina.”

In merito, Kusturica commenta: “Per poter dribblare sette giocatori a un campionato del mondo devi avere un’energia superiore. Per consumarla Diego, avrebbe dovuto rimanere sempre in campo, ma non era possibile. E quindi questa sovrabbondanza la sublimava così, con la dipendenza. E ha pagato.”

Emir riflette sulla personalità degli argentini, definendoli estremamente sentimentalisti e aggiunge: “Ha vissuto spontaneamente, d’istinto, troppo. Gli mancava forse un’educazione sentimentale, la base per non perdere mai di vista gli affetti importanti”.

In definitiva, quale altro calciatore potrà raccontare un giorno? – Scrive la penna di Cruccu.

Nessun altro, cosa potrei dire di Cristiano Ronaldo? È perfetto, guadagna una montagna di soldi, ma dov’è la personalità? Che storie ci potrebbe raccontare? Nessuna”, replica Emir.

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