Pericolo Isis: attuate misure di sicurezza a Napoli
Partite le perquisizioni a Napoli dopo l’arresto di un marocchino a Torino: faceva parte dell’Isis
Si chiama Elmahdi Halili, il 23enne marocchino che è stato arrestato a Torino con l’accusa di partecipazione all´associazione terroristica dell’Isis, come riportato da “Torino Today”. Egli era un naturalizzato italiano, residente a Ciriè, già finito nel 2015 nel mirino di un’inchiesta della procura di Brescia per la diffusione di materiale di propaganda a favore dell’Isis. Con lui, sono finiti nella rete degli investigatori altri stranieri ed italiani convertiti all´islamismo e impegnati poi in una campagna di radicalizzazione sul web.
L´indagine della Polizia di Stato nasce a fine 2015, quando il giovane era stato già oggetto di una sentenza di patteggiamento, emessa dal Tribunale di Torino alla pena di due anni di reclusione per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo, avendo redatto e pubblicato sul Web alcuni documenti di esaltazione dello Stato Islamico. Le successive attività di indagine avviate dai poliziotti della Digos hanno evidenziato un crescente percorso di radicalizzazione dell´Halili che, nonostante la sentenza in corso, aveva addirittura intensificato la sua attività di proselitismo ed indottrinamento mediante la consultazione su diverse piattaforme multimediali e l’archiviazione di vario materiale di propaganda prodotto dallo Stato Islamico.
Tra il materiale che è stato diffuso vi sono diversi filmati riproducenti le esecuzioni operate nei confronti di civili e militari, le rivendicazioni e celebrazioni degli attentati di Parigi e Bruxelles e tutto ciò che può far parte dell’odio islamico e alla sua realizzazione. Proprio in occasione della diffusione della notizia della morte di AL Adnani, l´arrestato aveva creato e pubblicato su una piattaforma social ad accesso pubblico tre playlist con i messaggi più famosi del defunto portavoce dello Stato Islamico, tra cui quello diffuso nel settembre 2014 che veicolava l´ordine di scatenare la campagna del terrore in Europa e che ha portato poi alle stragi compiute a partire dal gennaio 2015.
In queste ore sono in corso perquisizioni, quindi, in diverse città del Nord e anche a Napoli: si cercano altre persone coinvolte nella campagna di radicalizzazione e proselitismo. Sono tredici le perquisizioni disposte, con la speranza che gli uomini coinvolti non compiano atti di violenza e di rivendicazione nella città dove si rifugeranno. Tutte le misure di sicurezza sono state ormai attuate dal Nord Italia in giù.
“Nessuno ha mai detto che fosse finita. Il quadro della minaccia di Isis rimane radicalmente immutato. Anzi, la caduta di Raqqa e Mosul, se da una parte fa venir meno l’elemento territoriale del Califfato, dall’altro aumenta la pericolosità dell’altra componente, quella terroristica”. Lo sottolinea Marco Minniti, ministro dell’Interno uscente, in un’intervista alla “Stampa”.
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