3 Aprile 2017

INGV, i ricercatori conducono un nuovo studio sul bradisismo registrato nella zona a rischio sismico dei Campi Flegrei

INGV

L’INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha registrato nuovi movimenti della crosta terrestre nella zona dei Campi Flegrei

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Il nuovo studio sul fenomeno del bradisismo nella zona dei Campi Flegrei, condotto dall’INGV e pubblicato sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters, permetterà di cogliere tempestivamente i segnali di una nuova eruzione. I ricercatori dell’Osservatorio di Napoli e delle sezioni di Bologna hanno infatti rilevato «un movimento magmatico profondo e un progressivo ma costante riscaldamento del sistema idrotermale all’origine delle diverse variazioni di velocità sismica rilevate nei Campi Flegrei».

Quella dei campi Flegrei è una delle zone a più alto rischio sismico al mondo, sia per la tipologia dei vulcani presenti in essa, che per l’alta densità di popolazione residente. L’area è costantemente sotto monitoraggio vulcanico e, a partire dal dicembre 2012, è in unrest, ovvero a un livello di allerta giallo, o di “attenzione”. Qui la terra, a causa delle onde oceaniche, è solita oscillare, abbassandosi lentamente e progressivamente, per poi rialzarsi in modo repentino, provocando degli sciami sismici di bassa intensità. Una minima variazione di velocità di questo moto perpetuo, generato a sua volta dal sistema idrotermale surriscaldato e da movimenti del magma sottostante, si registrerebbe immediatamente prima di un’eruzione.

I risultati di questo studio attestano l’attendibilità dei sistemi di rilevamento dell’INGV, in grado di registrare finanche i più deboli parametri di variazione geofisica e geochimica della crosta terrestre.

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