INGV, i ricercatori conducono un nuovo studio sul bradisismo registrato nella zona a rischio sismico dei Campi Flegrei
L’INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha registrato nuovi movimenti della crosta terrestre nella zona dei Campi Flegrei
[ads1]
Il nuovo studio sul fenomeno del bradisismo nella zona dei Campi Flegrei, condotto dall’INGV e pubblicato sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters, permetterà di cogliere tempestivamente i segnali di una nuova eruzione. I ricercatori dell’Osservatorio di Napoli e delle sezioni di Bologna hanno infatti rilevato «un movimento magmatico profondo e un progressivo ma costante riscaldamento del sistema idrotermale all’origine delle diverse variazioni di velocità sismica rilevate nei Campi Flegrei».
Quella dei campi Flegrei è una delle zone a più alto rischio sismico al mondo, sia per la tipologia dei vulcani presenti in essa, che per l’alta densità di popolazione residente. L’area è costantemente sotto monitoraggio vulcanico e, a partire dal dicembre 2012, è in unrest, ovvero a un livello di allerta giallo, o di “attenzione”. Qui la terra, a causa delle onde oceaniche, è solita oscillare, abbassandosi lentamente e progressivamente, per poi rialzarsi in modo repentino, provocando degli sciami sismici di bassa intensità. Una minima variazione di velocità di questo moto perpetuo, generato a sua volta dal sistema idrotermale surriscaldato e da movimenti del magma sottostante, si registrerebbe immediatamente prima di un’eruzione.
I risultati di questo studio attestano l’attendibilità dei sistemi di rilevamento dell’INGV, in grado di registrare finanche i più deboli parametri di variazione geofisica e geochimica della crosta terrestre.
[ads2]
ARTICOLO PRECEDENTE
Vomero: situazione sempre più difficile. Finalmente arriva la proposta!
ARTICOLO SUCCESSIVO