Nel frattempo, un grande ospedale di Harbin ha smesso di accettare nuovi pazienti a causa della saturazione dei posti di cura e le numerose infezioni tra il personale medico.
Alcuni impiegati sarebbero stati spostati nei centri di quarantena per la presenza di sintomi riconducibili al coronavirus.
Dati ufficiali
Dal 10 aprile, Harbin ha annunciato una sola infezione: un uomo di 87 anni, di nome Chen, che vive a Daowai.
Stando ai dati interni che sarebbero stati recuperati da alcune testate giornalistiche invece, ci sarebbero molte più infezioni registrate quel giorno.
Le autorità di Harbin hanno anche affermato che la prima infezione nella seconda ondata della città è stata diagnosticata il 9 aprile, identificando il paziente come un uomo di 54 anni.
In tutto il resto della regione invece le autorità hanno segnalato 78 casi di coronavirus e tutti i pazienti stanno ricevendo cure in ospedale.
Tuttavia, qui scatta un’altra incongruenza quando si incrociano i dati: nessuno dei 78 pazienti annunciati, né i contatti stretti di Chen annunciati dalle autorità come pazienti con virus, corrispondono ai pazienti elencati nei documenti delle testate.
Capitolo medici
Ai cittadini infetti si aggiunge anche la situazione grave dei medici: a due medici e sei infermieri è stato diagnosticato il virus all’ospedale Harbin.
Nel frattempo, sale a 216 il numero del personale medico dell’ospedale attualmente sotto osservazione nei centri di quarantena; Altri 189 sono stati mandati a casa per l’auto-quarantena.
Ad Harbin, due ospedali hanno annunciato il 20 aprile che non avrebbero preso più nuovi pazienti perché “ci sono troppe infezioni da coronavirus nel nostro ospedale di recente”.
Alcuni residenti del distretto di Daowai hanno raccontato di vivere una situazione assurda, dove non c’è quarantena ma l’epidemia pare essere ormai scoppiata.
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