15 Luglio 2024

Immunoterapia efficace nei tumori solidi con metastasi, le ultime speranze dagli Usa

L'annuncio dei National Institutes of Health. Scienziati del National Cancer Institute hanno messo a punto un nuovo approccio personalizzato.

Immunoterapie efficace nei tumori solidi

Immunoterapia efficace nei tumori solidi con metastasi, un progetto ancora in corso che comprende pazienti con diversi tipi di tumori solidi.

(Adnkronos) “Una nuova immunoterapia cellulare potrebbe essere efficace nel trattamento dei tumori solidi metastatici”. Lo annunciano i National Institutes of Health (Nih) americani, che hanno pubblicato su ‘Nature Medicine‘ “i primi risultati di un piccolo studio clinico in pazienti con cancro del colon-retto già sottoposti in precedenza a più terapie” senza successo.

Immunoterapia efficace nei tumori solidi

L’immunoterapia personalizzata ha ridotto i tumori in alcuni pazienti ed è stata in grado di impedirne la ricrescita fino a 7 mesi”. Quello messo a punto dagli scienziati dal National Cancer Institute (Nci) degli Nih è un approccio personalizzato che consiste nell’ingegnerizzare geneticamente i linfociti sani del paziente in modo che esprimano recettori specifici, capaci di riconoscere e attaccare le cellule tumorali. 

Finora l’immunoterapia cellulare, in differenti versioni, si è dimostrata efficace contro alcuni tumori del sangue e il melanoma metastatico, ricordano gli Nih. Tuttavia, ad oggi, ancora non esiste una terapia cellulare che funziona contro i tumori solidi. “Il fatto di essere riusciti a far regredire un cancro solido metastatico prova che la nuova strategia di immunoterapia cellulare è promettente”, afferma Steven A. Rosenberg del Center for Cancer Research (Ccr) del Nci, che ha co-condotto la ricerca con la chirurga del Ccr Maria Parkhurst. “E’ però importante capire che questi risultati sono preliminari – precisa – e che il nuovo approccio deve essere ulteriormente perfezionato e testato su più tipi di tumori solidi”.

Immunoterapia efficace nei tumori solidi con metastasi, un progetto in corso

La nuova metodica, sottolineano gli Nih, supera due grandi sfide dell’immunoterapia cellulare: come produrre un gran numero di linfociti T in grado di riconoscere in maniera specifica le cellule tumorali; come aumentare la capacità delle cellule T modificate di moltiplicarsi una volta reinfuse nel paziente. Per ciascun paziente coinvolto nello studio, illustrano gli Nih, Rosenberg e colleghi hanno raccolto i linfociti presenti nel tumore. Su questi linfociti, attraverso sofisticate tecniche di caratterizzazione molecolare, hanno identificato e isolato i recettori che riconoscevano cambiamenti specifici nel tumore di ogni paziente. Dopo averli sequenziati geneticamente, sfuttando un retrovirus hanno inserito i geni di questi recettori nei linfociti sani raccolti dal sangue circolante di ciascun paziente.

Immunoterapia efficace nei tumori solidi

I linfociti geneticamente modificati sono stati quindi fatti moltiplicare in laboratorio, ottenendone centinaia di milioni, e reinfusi nei pazienti dove hanno espresso i recettori delle cellule T specifici per il tumore e hanno continuato a moltiplicarsi. “Prendendo i recettori naturali presenti in un numero molto piccolo di linfociti T, e inserendoli nei linfociti normali di cui invece disponiamo in numeri enormi (1 milione in ogni goccia di sangue) – chiarisce Rosenberg – possiamo generare tutte le cellule anti-cancro che vogliamo”. Nell’ambito di un trial di fase 2 più ampio, 7 pazienti con tumore del colon metastatico sono stati trattati con questa immunoterapia cellulare personalizzata sperimentale.

Immunoterapia efficace nei tumori solidi – I trattamenti

Prima del trattamento tutti e 7 hanno ricevuto diverse dosi del farmaco immunoterapico pembrolizumab, mentre dopo il trattamento è stato loro somministrata un’altra immunoterapia (IL-2). Risultato: 3 pazienti hanno avuto una sostanziale riduzione dei tumori metastatici nel fegato, nei polmoni e nei linfonodi, che è durata da 4 a 7 mesi. Il tempo mediano alla progressione della malattia è stato di 4,6 mesi. Dei 3 pazienti che hanno risposto al trattamento – rimarca Rosenberg – 2 avevano ricevuto recettori derivati da linfociti T citotossici, i ‘killer’ principali delle cellule malate. Perciò i ricercatori stanno cercando il modo di inserire i recettori delle cellule T in sottotipi specifici di linfociti normali, per migliorarne la reattività.  Il cancro al colon è solo uno dei tanti tumori solidi che gli scienziati stanno studiando. I

l progetto è ancora in corso e comprende pazienti con diversi tipi di tumori solidi, puntualizzano gli Nih. “E’ solo l’inizio del processo di conversione dei linfociti normali in cellule in grado di trattare i comuni tumori solidi”, prospetta Rosenberg. “Questo studio dimostra che è possibile, e una volta che lo sai – chiosa – puoi lavorare per farlo meglio”. 

Immunoterapia efficace nei tumori solidi con metastasiPer info sul sito [email protected]

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