19 Maggio 2020

Il nome della rosa, 40 anni fa Umberto Eco pubblicava il suo romanzo

Fonte foto: Controcampus

il nome della rosa

Il nome della rosa, esattamente 40 anni fa lo storico e semiologo Umberto Eco pubblicava il suo romanzo storico ambientato nel Medioevo

Il nome della rosa compie ben 40 anni questo mese.

Umberto Eco, storico e semiologo nonché figura di spicco nella nuova cultura italiana, pubblicava il suo celebre romanzo storico ambientato nel Medioevo.

In seguito al successo del romanzo, abbiamo avuto riverse ripubblicazioni, un adattamento cinematografico e un successivo adattamento televisivo prodotto dalla Rai e disponibile anche su Netflix.

Quando il romanzo storico e giallo si incontrano

La vicenda, che riprende l’espediente manzoniano del manoscritto ritrovato, riguarda il giovane frate Adso da Melk e il suo mentore, il francescano Guglielmo da Baskerville (un piccolo omaggio), che si giungono in un monastero nel Nord Italia.

Qui è in corso una disputa tra l’ordine Francescano e quello Benedettino in merito ad alcune questioni teologiche.

In seguito all’arrivo dei due protagonisti, alcuni omicidi sconvolgono la pacifica vita dei monaci.

A questi episodi si aggiunge anche la misteriosa biblioteca, nella quale è custodito un prezioso manoscritto proibito ma oggetto di interesse di alcuni monaci.

Toccherà a frate Guglielmo indagare e scoprire i segreti della biblioteca.

Il Nome della Rosa, continua il successo del romanzo

Il romanzo ottenne un vasto successo, fu tradotto in molte lingue e anche oggetto, come riportato dal Sole 24 Ore, di copie che circolavano in forme “pirata” in alcune tipografie sia italiane che extraeuropee.

Adesso, l’opera di Eco tornerà in libreria, grazie alla Nave di Teseo che proporrà una versione con i bozzetti realizzati dallo storico.

Su Fanpage, Mario Andreose, curatore delle opere di Eco, ha dichiarato per quale motivo ci saranno i bozzetti dell’autore:

“Disegni e le annotazioni manoscritte del futuro autore del Nome della rosa testimoniano il minuzioso lavoro preparatorio [….]. ‘Per raccontare bisogna anzitutto costruirsi un mondo il più possibile ammobiliato sino agli ultimi particolari.”

Inseguito aggiunge che l’identità e la fisionomia dei protagonisti giustificheranno l’arguto lettore l’invenzione per “sapere quali parole mettere loro in bocca.’”

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