Il famoso ristorante ‘Reginella’ a Posillipo è stato sequestrato
Il ristorante ‘Reginella’ a Posillipo è sequestrato dalla Guardia di Finanza, ad annunciare la chiusura è Borrelli. Ecco quanto dichiarato
A chiudere è il ristorante “Reginella”, super conosciuto per la sua posizione panoramica sul Golfo di Napoli in via Posillipo.
La chiusura è stata ordinata, questa mattina, dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli per bancarotta fraudolenta.
Ecco quanto riportato dal consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli sulla pagina ufficiale di Facebook:
“La Guardia di Finanza ha sequestrato il famosissimo ristorante ‘Reginella’ a Posillipo e denunciato sette persone per bancarotta fraudolenta. Secondo l’accusa, avrebbero utilizzato intestatari fittizi, accumulando circa un milione e mezzo di tributi non pagati. Se i capi di imputazione dovessero essere confermati, saremmo davanti ad una situazione vergognosa. Dispiace perché si tratta di uno dei luoghi simboli di Posillipo, che ogni giorno attrae tantissime persone; speriamo che non porti alcun contraccolpo al quartiere. Fortunatamente l’attività – spiega Borrelli – sarà ora gestita dall’amministrazione giudiziaria, almeno sarà tutelato il lavoro dei dipendenti. Purtroppo ci accorgiamo sempre di più che in molti pensano al denaro, a guadagnarne il più possibile, senza pensare alle conseguenze che, primo o poi, arrivano sempre e pesano come macigni. – Conclude – Ci auguriamo che le indagini facciano il proprio corso e chiariscano questa vicenda. Chi ha sbagliato dovrà pagare”.
Stando a quanto appreso, secondo gli inquirenti, gli amministratori di Reginella avrebbero ideato un sistema per evadere le tasse.
Quest’ultimo consisteva nell’utilizzo di una serie di società intestate a prestanome compiacenti, con lo scopo di gestire l’attività di ristorazione solo sulla carta.
Ciò consentiva di massimizzare i profitti. La Finanza, inoltre, attraverso documenti, files e persone informate sulla vicenda è risalita agli indagati che avrebbero utilizzato intestatari fittizi.
Secondo gli investigatori, l’esercizio non avveniva ad opera della società che ne deteneva il complesso aziendale, ma attraverso quelle affittuarie, fino ad accumulare un debito tributario di circa 1,5 milioni di euro.
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