Il calcio nel suo Ventre: “Neymar, genio e sregolatezza”
A volte è troppo ma non riesce a rendersene conto. Una parola, un gesto, un pensiero di troppo. Questa è la carriera di uno dei calciatori più talentuosi di sempre. Neymar Junior Da Silva.
Un ragazzino partito all’età di 7 anni nelle giovanili del Portuguese Santista; gli addetti ai lavori dell’epoca non avevano mai visto nulla di simile. Un calciatore che sprizzava qualità, estro, e genio da tutti i pori.
Sregolato Neymar non ci è nato, ma bensì ci è diventato. Tutto quel successo è complicato da gestire, non secondo la massa. Ma la realtà è che in fondo siam più bravi con le vite degli altri, no?
Mai pensiero è più sbagliato di questo.
Ma sarebbe da ipocriti non pensare che la scelta fatta nel 2017 da Neymar sia stata condizionata anche dal mostruoso stipendio.
Ció che veramente cambia con il successo, è la tua vita. A quei livelli uscire di casa è un lusso che quasi nessuno puó permettersi; costantemente sotto i riflettori ed esageratamente esposto alla critica.
Ma facciamo un passo indietro, torniamo a quel micidiale ragazzino nato calcisticamente nel Santista. Fino al 2003 nessuna squadra aveva davvero visto qualcosa in lui, apparte alla “Briosa”. Poi arriva il Santos, che vuole il piccolo diamante ad ogni costo. Quello è il punto di svolta, per O’Ney.
Da li cambia tutto, e nel 2011 Neymar diventa testimonial Nike a 19 anni. Da quel momento il brasiliano viene considerato al livello internazionale, aumentando gli occhi su di lui.
O’Ney porterà in alto il Santos: vincendo tre campionati Paulisti, una Coppa del Brasile, una Copa Libertadores e una Recopa Sudamericana.
Ed ecco il modo in cui O’Ney doveva chiudere la sua carriera. Il modo in cui la sua storia doveva culminare calcisticamente. Nel 2013 arriva il passaggio ai Blaugrana, terra fertile per i brasiliani. A Barcellona Neymar giocherà il miglior calcio della sua carriera, in uno dei tridenti piú forti di sempre. MSN: Messi, Suarez, Neymar. Il tridente piú prolifico di sempre del calcio spagnolo con 364 reti.
Quel favoloso Barcellona in cui O’Ney sarà protagonista (insieme alla Pulce ed al Pistolero) del cammino di Champions League nel 2015, che culminò con la vittoria in finale ai danni della Juventus piú forte degli ultimi 15 anni. A distanza di tempo, forse O’Ney avrà contemplato ciò che ha lasciato andare. L’occasione di affermarsi tra i migliori di sempre, a discapito di uno stipendio più lauto di quanto già non lo fosse prima di sbarcare a Parigi.
Anno dopo anno, al PSG, il valore delle sue prestazioni è iniziato a calare. Tutto ciò senza perdere però la sua indole brasiliana. Ad oggi è ancora un calciatore dal tasso tecnico eccezionale e che non ha perso i suoi spunti. Ma tutto ciò che resta è un mare di rimpianti nel non essere riusciti a vedere realmente il suo talento nella massima espressione. Tante, troppe, quasi di un numero infinito. Quelle in cui un calciatore brasiliano si perde, chi in se stesso; chi per forze esterne. È forse questa la croce e delizia del talento Carioca? La realtà è che forse in tutto il continente Sud americano, questa è una legge non scritta del calcio.
“La saggezza è la moderazione che nasce non dall’orrore per l’eccesso, ma dall’amore per il limite.” ~ Nicolás Gómez Dávila. Neymar Junior Da Silva, estremo esteta del calcio.
Questo é “Il calcio nel suo Ventre”; un racconto di pancia, che da ascolto alle emozioni, con un pizzico di romanticismo e nostalgia. Perché non c’è nulla di piú romantico di un pallone che si insacca, accolto dal boato della curva.
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