6 Giugno 2024

Il calcio nel suo Ventre: “Marco Reus, la luce avvolta nell’ombra”

Dal principio all’ultimo riflesso di luce

Origine e fine sono da sempre collegate a loro modo. Da sempre hanno potere di creare e distruggere a loro piacimento. Ma a volte è semplicemente il fato che ti porta a scegliere per te stesso, senza che tu possa rendertene conto. Capire che non sei piú quello di prima, per ricordarti che anche il piú bello dei cammini è destinato a terminare. Dalle prime luci alle ultime con il sole calante, con però un solo odore. Quello di una spudorata fedeltà a due colori, il giallo ed il nero. Questa è la storia di Marco Reus, una delle ultime bandiere del calcio. Indosso il colore dell’energia e dell’assoluto, un connubio perfetto che si intreccia con eleganza e positività: giallo e nero. Quella di chi, per tutta la vita, ha corso dietro al suo sogno sempre col sorriso.

Un ragazzo che si innamorò a prima vista

Marco Reus è un ragazzo nato e cresciuto con un posto nel cuore solo per il BVB. Dopo essere partito dal PTSV Dortmund dal 1994 al 1996, (l’accademia ufficiale del BVB) passa poi nel settore giovanile del Borussia Dortmund. Fino al 2006 il brillante talento tedesco resta con i suoi adorati colori, per poi interrompere bruscamente i rapporti con il vero amore della sua vita.

La separazione tra Marco Reus ed il Borussia Dortmund e l’arrivo al Rot Weiss Ahlen

Marco, una volta lasciato il Borussia Dortmund, prosegue entrando a far parte dell’accademia del Rot Weiss Ahlen, squadra della piccola città di Ahlen che conta circa 50.000 abitanti, facente parte del distretto di Münster. Siamo nel 2006 e il giovane gioiello muove i primi passi nell’under 19 dell’Ahlen. Dopo una buona prima stagione, con 26 presenze e 12 gol, Marco Reus viene promosso in prima squadra ed è pronto per il salto tra i professionisti. Il 20 settembre 2007 arriva l’esordio con la prima squadra dell’Ahlen in Regionalliga contro l’Oberhausen, mentre il primo gol arriva nel 31 maggio del 2008 contro il Babelsberg. Dopo una stagione da 4 gol in campionato, per Reus è tempo di un’altra tappa.

Lo sbarco di Reus in Bundesliga, E l’aria delle due facce di Dortmund

Marco arriva a 20 anni nella massimo campionato del calcio tedesco, ha accolto la chiamata del Borussia Mönchengladbach, la rivale del Borussia Dortmund. Lì il talento di quel silenzioso ragazzo dai capelli biondi, si mostra in tutto il suo splendore. Tocchi di fino, giocate d’estro, ed un bel bottino di gol. Nonostante alcuni problemi di natura muscolare e non (che in seguito diventeranno un cruccio per Reus), in 97 presenze segna 36 reti alzando il suo livello in ognuna delle tre stagioni passate con Die Mythen. Nel frattempo, dall’altra parte di Dortmund, quella difesa dal Die Gelbe Wand, è arriva una ventata d’aria fresca. Questa nuova brezza non è altro che quel bellissimo gruppo costruito da un rampante Jurgen Klopp in sella e come comprimari gente del calibro di: Mats Hummels, Ilkay Gündogan, Lukasz Piszczek e Robert Lewandowski, contribuirá a riportare il titolo della Bundesliga nella stagione 2011/ 2012.

Il ritorno a casa e l’inizio dell’ombra nella luce, sostenuto dal Muro Giallo

A 23 anni Marco Reus si ricongiunge con la sua squadra, i suoi colori per la vita, che fresca di titolo accoglie a braccia aperte il figlio prodigio. Il ritorno alla sua casa e l’accoglienza del Die Gelbe Wanda danno al nuovo numero 11 tutte le motivazioni per far bene sotto i colori che il fato scelse per quello spettinato e sorridente ragazzino biondo. Nel 18 agosto del 2012, Marco Reus torna finalmente a vestire la maglia del BVB dopo 6 anni. In quel momento il calciatore tedesco è tra i migliori talenti in Europa: esplosivitá, grande tecnica, e tanto carattere. Ma c’è un però, che resta ancora oggi l’unico, il numero 11 del Dortmund riscontra saltuariamente qualche fastidio fisico di vario tipo, anche se di lieve entità. Forse Reus nel suo piccolo comincia già a percepire che il fato stia per fargli uno dei suoi scherzi, ma non ne sia ancora del tutto consapevole, o magari non è ancora il momento…

Un talento che si consolida, accompagnato da un grande gruppo che però non riesce a ripetersi

Dopo una prima stagione da 19 reti tra campionato, Champions League per Marco Reus sembra andare tutto bene. E se possibile l’inizio del secondo anno in maglia giallonera è destinato a migliorarne e affinare le sue qualitá nel rettangolo verde. La piccola e giá consolidata armata guidata da Jurgen Klopp ne guadagna e non poco con l’aggiunta dell’asso con la 11 sulle spalle. Il Borussia Dortmund campione in carica in campionato cerca di ripetersi, ma stenta a decollare realmente in Bundesliga, quella stagione termina con il trionfo dei rivali storici della superpotenza Bayern Monaco. A fine stagione saranno 26 i punti di distacco in campionato. Ciò che però fa ben sperare ad inizio stagione è il cammino in UEFA Champions League. Nel girone con Real Madrid e Manchester City, il Borussia Dortmund vince il girone con 14 punti in classifica ed avanza alla fase successiva, aiutato dai gol del Fenomenale attaccante Lewandowski e dal genio creativo di Reus. Agli ottavi, il BVB pesca gli ucraini dello Shakthar Donetsk, passando il turno nella partita di ritorno dopo un 2-2 in trasferta, ai quarti superano un sorprendente Malaga, che mai piú si farà vivo in tali palcoscenici. In semifinale il colosso Real Madrid viene battuto ampiamente davanti al muro giallo per 4-1, e dopo un brivido sul 2-0 al Bernabei i tifosi gialloneri possono gioire perché il Borussia Dortmund accede meritatamente alla finale, la quarta in tutte le competizioni europee nella sua storia.

Il sogno europeo di quella grande notte, che per Marco Reus scomparve in un pugno di sabbia

Spesso si tende a guardare solo la superficie di ciò che ci circonda, non comprendendone  realmente il contenuto. E nel calcio come nella vita, il percorso fatto conta quasi come la vittoria stessa. È per il cammino che hai fatto che ti trovi a lottare per la vittoria. È la consapevolezza di una serie di passi che ti porta a vedere il vero valore delle tue azioni. E nella sera del 25 Maggio del 2013, è stato così anche per Marco Reus ed il suo amore eterno, il Borussia Dortmund. A quella sfida con il Bayern, i gialloneri ci arrivano con una grande fierezza, consapevoli di essere un gran gruppo, ben composto e bilanciato. Ma il destino, non così tanto diverso dal fato, è beffardo e sfacciato. Dopo il vantaggio dei bavaresi al minuto 60′ con gol di Mario Mandzukic (che qualche tempo dopo diventerà caro ai tifosi juventini), arriva il pareggio su rigore di Gündogan che sembra rimettere le cose in perfetto equilibrio. Ma proprio mentre sembrava si potesse fare la storia, arriva il destino, che dopo una piccola disattenzione di squadra punisce il Borussia Dortmund. Ma al minuto 89 Arjen Robben, con la solita palla in buca d’angolo col mancino, mette fine ai giochi. Il Bayern Monaco batte per 2-1 il Borussia Dortmund ed è campione d’Europa. Ed ecco qui, la fatidica notte che per Marco Reus diventerà la prima di una serie di sconfitte, atte a temprare il suo carattere, ma anche ad infliggere fendenti difficile da mandare giù. Il valoroso alfiere e la sua armata dall’animo puro, annientata da chi non ha quasi mai conosciuto il sapore della sconfitta.

L’ultimo Robin del Calcio ed i suoi crucci

C’è una foto che il muro giallo ha scattato anche con i propri occhi, e che non ha mai dimenticato. È quella che ritrae la bellissima esultanza tra Reus ed Aubameyang, il primo indossa la maschera di Robin, mentre il secondo quella del giustiziere di Gotham. Marco, come Robin è un eroe silenzioso, che non si prende mai da solo i meriti, ma bensì non li ha mai cercati. Lui ha sempre volato leggiadro in campo, sprizzando fantasia da tutti i pori. Quella dannata caviglia sinistra, peró, non smette di dilaniare le grandi ambizioni di un fuoriclasse assoluto, soprattutto in Nazionale. Reus era entrato perfettamente in sintonia con il gruppo della Mannshaft giá ad Euro2012, trovando anche qualche gol, ma stavolta è il fato che torna a bussare. E saranno proprio gli infortuni a strappargli ingiustamente la possibilità di partecipare al Mondiale in Brasile del 2014. In una partita amichevole alla vigilia della competizione internazionale, la  caviglia sinistra decide di creare problemi con quella distorsione mai realmente risolta. Quel mondiale, i tedeschi, lo vinceranno dominando, ma anche stavolta a Marco Reus non è concessa la gloria. Quel ragazzino biondo che è dentro di sé, resta innamorato immensamente dei colori raccontati al principio di questa storia. Marco, del Borussia Dortmund, diventa anche capitano, a partire dalla stagione 2014-15. Ma per quanto riguarda i risultati del BVB, la maledizione continua. Alcuni secondi posti in Bundesliga con solita beffa del Bayern, alternati da altre stagioni nelle quali il Borussia gioca in Europa soltanto tramite preliminari. Gli unici successi del suo Borussia si contano su due mani: 3 supercoppe di Germania, e 2 DFB Pokal dal suo arrivo. Poi il colpo lancinante che fa male a tutti. Prima nel 2016, salta 31 partite a causa di una grave infiammazione all’osso pubico, e nel 2017 subisce la sferzante ed iraconda conseguenza di un fato mai compassionevole nei suoi confronti. La rottura del legamento crociato per il genio con la 11, è un momento triste per tutti gli appassionati di questo sport. Dopo vari problemi legati ai legamenti della caviglia, la lesione al legamento crociato è un colpo grosso da digerire per lui ed il Muro Giallo. Da quel momento in poi, la carriera di Reus non sará piú la stessa. Con un’altro mondiale saltato per infortunio inizia anche un triste calvario. Gli stop che deve affrontare sono continui e reiterati, e procedono a ritmi quasi instancabili. Ma lui non si abbatte, ed in campo ci va sempre e soltanto col sorriso, anche se quest’ultimo è tale solo a metà. Fino ad oggi Reus è stato lontano dal campo per 1.322 giorni, saltando 227 gare. Eppure non si è mai abbattuto, ha sempre lottato in ogni istante per il suo sogno, rialzandosi anche dalla piú straziante delle problematiche fisiche, eppure dei suoi crucci non nasconde mai nulla a nessuno. Chiunque prova amore per lui, un calciatore stratosferico nonostante tutto e tutti. Marco è l’esempio che dimostra a tutti che vincere non sará mai l’unica cosa che conta, e che la migliore delle sconfitte ti forma e ti fa crescere.

L’ennesima delusione in patria e la massima espressione di gratitudine del muro giallo per la loro leggenda

La scorsa stagione, per il popolo giallonero intero, sembrava stesse per portarli al trionfo in Bundesliga, che manca dal 2012. Il Borussia disputa una prima parte di stagione con il fuoco giusto, e con pochi inciampi. Ma nelle vicinanze resta sempre il Bayern Monaco, la supercorazzata tedesca che da oltre 50 anni lotta per vincere costantemente il titolo. A poco piú di metá campionato, i gialloneri si ritrovano primi e con un piccolo margine dai bavaresi,  che però non dura molto. Siamo verso la volata finale, dalla 30esima giornata le due squadre sono appaiate e lottano con ardore. È purtroppo all’ultima giornata di Bundesliga che tutto crolla. Il Bayern vince per 1-2 sul Colonia nel finale con un gol di Musiala, mentre al minuto 96 di Borussia-Mainz, un colpo di testa di Süle pareggia i conti 2-2. Ma non c’è nulla da fare, qui stavolta interviene il destino, che ancora una volta getta ombra sui colori gialloneri e sul capitano. A fine partita Marco si getta a terra e viene improvvisamente colpito dalle emozioni, è stremato. E seduto sul prato del Signal Iduna Park, e con uno sguardo mezzo sconfitto contempla la grandezza che gli viene riconosciuta da tutto lo stadio, un grande abbraccio con 81mila persone.

L’ultimo grande delusione, e l’uscita di scena dopo un segno indelebile

L’inizio della stagione 2023/2024, dopo la cocente delusione in Bundesliga è partita con uno spirito diverso. Piú verso il vivere il momento, piú che celebrarlo. Ed anche in Champions League il Borussia Dortmund, con un Marco Reus sempre presente ma piú come arma in corso. Capitata nel girone con PSG, Milan e Newcastle, i gialloneri del Dortmund primeggiano con 11 punti. Il Borussia arriva agli ottavi ove li aspettano gli olandesi del PSV, dopo una piccola incertezza all’andata, la sfida è presto liquidata per un totale di 3-1 nel computo. Arrivati ai quarti di finale, il die Gelbe Wand dona forza alla squadra, e contro l’Atletico Madrid (freschi di passaggio contro l’Inter) i colchoneros vengono spazzati via dopo aver vinto per 2-1 all’andata, con un sonoro 4-2 davanti al muro giallo. A questo punto il già poco sorridente andamento in campionato, fa invertire la rotta delle energie da spendere del BVB tutta sulla competizione europea. Ed in semifinale ritorna un vecchio avversario incontrato ai gironi: il PSG. In questa sfida il Dortmund serra la difesa quasi con fil di ferro e con due 1-0 sbarca in finale. Dodici anni dopo, Marco Reus torna a Wembley, che era stato teatro di una grandissimo sogno svanito all’ultimo istante. Il Dortmund torna in finale con un allenatore dal cuore giallonero, che già dai tempi di Jurgen Klopp faceva parte dello staff. Sollevare al cielo la coppa dalle grandi orecchie sarebbe la fantastica chiusura di una bella storia. Per 60 minuti il Borussia Dortmund (senza Reus in campo) tiene botta e quasi merita di andare in vantaggio, ma il Real Madrid anche nei momenti piú duri salta sempre fuori. E per un ultima volta, il lancinante colpo del fato, che non sembra ne abbia abbastanza. Al minuto 72 la leggenda del Muro giallo entra in campo, ma dopo solo 120 secondi i Blancos passano in vantaggio con un gol di Dani Carvajal. Il secondo gol di Vinicius servirà solo a chiudere la pratica. Terzic, Reus e tutto il Borussia Dortmund assiste con i suoi occhi ad un’altra sconfitta, questa volta più difficile da reggere. L’ultima partita di Marco Reus con la maglia del Dortmund, finisce a testa bassa. La sua storia in maglia giallonera, non termina come nelle favole. Il suo è un finale amaro, crudo e spietato.

Questa, come annunciato dallo stesso Reus, sará l’ultima stagione in cui vestirá la maglia del Borussia Dortmund. Dopo 12 anni, il talento piú puro che abbia mai giocato con quei colori lascerá l’amore della sua vita in campo.

Nella vita, quello che ci ritroviamo nelle mani, si riduce spesso ad un pugno di sabbia. Ciò che contraddistingue tutti noi sono le volontá e le intenzioni, a seconda di queste quel mucchio di sabbia può divenire insignificante oppure costruire l’impossibile. Ma fino a quando il tempo scorrerà, ricordate che qualcuno quel mucchio di sabbia lo terrá stretto a sé, nel bene o nel male.

Marco Reus, la luce avvolta nell’ombra.

Questo é “Il calcio nel suo Ventre”; un racconto di pancia, che da ascolto alle emozioni, con un pizzico di romanticismo e nostalgia. Perché non c’è nulla di piú romantico di un pallone che si insacca, accolto dal boato della curva.

fonte foto: sito ufficiale Borussia Dortmund

Potrebbe interessarti: LUKAKU-NAPOLI, UNA PISTA COMPLESSA