15 Aprile 2020

Coronavirus, bollettino Protezione Civile: “1127 nuovi positivi, 578 decessi”

Borrelli

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Coronavirus, la conferenza della Protezione Civile. Borrelli: “1127 i nuovi casi di positività,578 i deceduti”. Tutti i dati di oggi 15 aprile

Coronavirus – Come di consueto, Napoli.zon segue in diretta per voi la conferenza stampa giornaliera della Protezione Civile in merito all’andamento dell’epidemia da Covid-19 sul territorio italiano.
A tenerla, come d’abitudine, il Capo Dipartimento, Angelo Borrelli.

Al suo fianco, il Prof. Raniero Guerra, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Questi i dati comunicati dal Capo Dipartimento in merito all’andamento dell’epidemia da covid-19.

Sono 962 i guariti nella giornata di oggi.
I nuovi casi di positività al coronavirus registrati oggi sono 1127, 500 in meno rispetto a ieri (2667 il numero dei nuovi contagi non ponderato, circa 300 in meno rispetto a ieri).
Continua a decrescere il numero dei ricoveri in terapia intensiva: oggi gli attualmente ricoverati in TI sono 107 pazienti in meno rispetto a ieri.
Si contano, nella giornata odierna,  578 deceduti.

I volontari impiegati nella gestione dell’emergenza sono, ad oggi, oltre 12118, ai quali si aggiungono i sanitari e i militari delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco ed ai lavoratori delle Regioni.

Le tende per il pretriage sono 835 fuori gli ospedali e 151 negli istituti penitenziari.

I fondi raccolti ad oggi dalla Protezione Civile sono oltre 125MLN di euro. Sono stati spesi finora oltre 31mln di euro, per ventilatori, DPI e potenziamento delle strutture sanitarie.

Domani partirà il terzo contingente di medici della task force della Protezione Civile.

Prende la parola il Prof. Guerra.

In merito alla riapertura di alcune attività a partire dal 3 maggio, è necessario fare una valutazione attenta. Non si deve riaprire solo perché è vitale per la struttura economica del Paese. Bisogna riaprire con cognizione di causa, valutando attentamente le attività che possono riaprire e le modalità in cui questa riapertura può essere attuata.

La Lombardia, che ha chiesto di riaprire a partire dal 3 maggio, deve valutare attentamente lo stato di salute dei lavoratori, determinarne l’eventuale appartenenza a fasce d’età particolarmente a rischio e studiando la messa in sicurezza del posto di lavoro.

Ogni lavoratore dev’essere dotato dei DPI necessari ed è chiamato a rispettare rigorosamente e responsabilmente le norme.

La Cina ha fatto capire che il contenimento del contagio avviene attraverso il distanziamento sociale ed il rispetto delle normative governative. Questo dev’essere fatto anche in Italia, nonostante qui da noi non abbiamo ancora raggiunto un totale annullamento del contagio“.

Il nostro sistema sanitario è all’avanguardia. Il numero elevato di decessi è dovuto alla comorbidità. Il coronavirus ha colpito tutti, ma si è abbattuto con particolare inclemenza su pazienti che già soffrivano di altre patologie. Se la Spagna ha un numero di guariti doppio rispetto a quello italiano, è perché in Italia c’è un numero elevatissimo di anziani. Gli anziani sono gestiti in modo molto diverso in Italia rispetto alla Spagna ed alla Germani. Ad esempio, hanno molti più contatti con i familiari e dunque anche un potenziale di contagio più elevato. 

Il coronavirus non ha colpito l’Italia più degli altri Paesi. Per fine anno sicuramente i dati del contagio dei vari Paesi europei saranno allineati“.

Il campione che è stato selezionato dall’ISTAT per i test sierologici è distinto per collocazione geografica, gruppo di lavoro, età. Non abbiamo test perfetti al 100% ma delle approssimazioni pari a circa il 95% di replicabilità. Questo sarebbe già un risultato ottimo e saremmo un apripista per studi scientifici del settore”.

In merito alla situazione nelle RSA, Borrelli specifica che l’ISS sta facendo un’indagine approfondita sulla situazione e sulle cause del contagio e dei decessi all’interno di queste strutture.

Il Prof. Ranieri Guerra aggiunge che le strutture extra-ospedaliere costituiscono un fattore importante su cui le istituzioni devono attuare un adeguamento importante alla luce delle situazioni emerse durante l’emergenza.

La capacità preventiva del sistema è calata e bisogna pensare che un dipartimento di prevenzione che lavori in modo capillare è il prerequisito di sistema per cui si può poi pensare alle riaperture. Dobbiamo garantire fondamentalmente un sistema preventivo adeguato in chiave fase2, ed anche in previsione della prossima influenza stagionale, che arriva tra ottobre e novembre”.

 

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