Gruppo XX: ci sarebbe un clan a Ponticelli che non si può nominare
Gruppo XX: il clan di Ponticelli che non si può nominare. La sigla probabilmente nasce sui social ed è diventata quasi una convenzione
Nella zona Est di Napoli – a Ponticelli – potrebbe esserci un clan innominabile attivo negli ambienti di camorra: il cosiddetto “XX”. Stando ad un articolo pubblicato su Fanpage del 12 maggio, si tratta del gruppo che fa capo ad Antonio De Martino, il giovane boss legato ai De Micco che – ad oggi – sarebbe a capo di un gruppo autonomo. Il Gruppo XX, continua l’articolo, sarebbe accusato di due omicidi: quello del capopiazza Antonio Solla e quello della boss Nunzia d’Amico.
La sigla è usata come tag per firmare i palazzi e le mura del quartiere Ponticelli. “Si scrive XX, si legge De Martino“, riporta la testata sopracitata. Il clan del Gruppo XX è uno di quelli principali nella zona ed è in forte contrasto per il controllo di estorsioni e piazze di spaccio.
Ponticelli, negli ultimi quattro giorni, è diventata il bersaglio di continui atti di stampo camorristico. In queste ultime ore, infatti, è stata fatta esplodere una bomba in via De Meis: la terza in soli quattro giorni.
I protagonisti degli episodi, secondo le forze dell’ordine, sarebbero proprio i personaggi legati al Gruppo XX. La prima bomba è esplosa nella notte tra lunedì e martedì, distruggendo una auto di un uomo vicino ai vertici della paranza. La seconda – nella notte scorsa – è stata lanciata verso il rione Incis, colpendo otto automobili.
Ma perché XX?
La doppia X nasce probabilmente sui social. Difatti, Antonio De Martino userebbe questa sigla per contrassegnare i suoi post su Facebook. Il nomignolo ha l’obiettivo di non rievocare i nomi che fanno parte del Gruppo XX di Ponticelli. Figlio del pregiudicato Francesco De Martino (gambizzato nel 2018) è stato condannato per l’omicidio di Salvatore Solla, il 63enne ritenuto fedelissimo del clan De Luca Bossa (ucciso nel 2016 in via Decio Mure). Nel settembre 2019 – come accennato in precedenza – è stato accusato per l’omicidio di Nunzia d’Amico, detta la “Passilona“.
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