Giornata del Ricordo; oggi si commemora la tragedia delle foibe
Giornata del Ricordo: oggi si commemora la tragedia delle foibe e l’esodo degli Italiani in Dalmazia a causa dell’esercito di Tito
Oggi 10 febbraio è la Giornata del Ricordo dedicata alla tragedia delle foibe. L’esercito di Tito era colpevole del massacro di molti Italiani residenti nella penisola d’Istria.
Come raccontato dallo storico e docente universitario Francesco Barbagallo nel libro Storia Contemporanea (edito da Carocci Editori) la strage colpì gli Italiani residenti nella penisola d’Istria e in Dalmazia.
L’Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale: il rapporto con gli alleati
In seguito all’esito della seconda Guerra Mondiale, i rapporti tra l’Italia e gli Alleati (USA, Francia, URSS e Gran Bretagna) erano molto duri.
Quest’ultimi vedevano nel governo italiano del Duce e del Re Vittorio Emanuele III la causa dello scoppio della guerra nonostante il sovrano avesse fatto arrestare Mussolini e avesse dato l’incarico a Badoglio di creare un nuovo governo.
Nel febbraio del 1947, l’Italia stipulò un trattato di pace che vide la perdita di alcuni valichi alpini (passati alla Francia), delle colonie nel Corno d’Africa, della Libia e della Penisola d’Istria.
La Giornata del Ricordo: la pulizia etnica di Tito contro gli Italiani dell’Istria e della Dalmazia
La situazione sul confine del Nord-Est italiano era la seguente. Il resto del Friuli (come Pordenone, Udine e Gorizia) era parte dell’Italia mentre la futura provincia di Trieste era parte del Libero Territorio di Trieste. Infine Venezia Giulia, l’Istria, la città di Pola e le isole della costa Dalmata passarono alla Jugoslavia.
La Jugoslavia era governata da Josif Broz (detto Tito), che aveva scacciato il precedente regime di desta e aveva creato una repubblica comunista. Successivamente, l’esercito di Tito attuò una pulizia etnica nei confronti degli Italiani presenti nel territorio. Prima l’esercito jugoslavo affermò di dare la caccia ai fascisti, poi la sua ferocia si rivolse contro la popolazione e i militanti comunisti italiani.
Tra il 943 e il 1947, almeno tra i 3000 e i 5000 italiani secondo lo storico Pupo Spazzali finirono nelle foibe per il volere dell’esercito di Tito mentre Micol Sarfatti parla di 11 000 di morti.
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