21 Dicembre 2020

Gattuso è un allenatore da Napoli?

Immagine di repertorio.

Gattuso fiorentina

Un anno e mezzo di alti e bassi, un anno e mezzo di grinta e veleno: un anno e mezzo di Gattuso. E’ giusto per il Napoli?

Un anno e mezzo fa, ormai, venne esonerato Carletto Ancelotti. Parecchie le critiche rivolte al tecnico di Reggiolo, accusato soprattutto di non aver creato la giusta sintonia con i calciatori.

Ancelotti è un allenatore con molta esperienza europea ma purtroppo al Napoli ha deluso le aspettative. Se nel primo anno, quello del dopo Sarri, ha aspettato al cambio modulo confidando nella ‘memoria calcistica’ dei giocatori, al secondo anno non è stato in grado di portare, sul campo, la sua esperienza decennale e la squadra è rimasta una grande incompiuta.

I risultati negativi hanno, di conseguenza, portato al suo allontanamento: De Laurentiis sorprende tutti e chiama Gennaro Gattuso. Una scelta che, come quella di Sarri in precedenza, fece storcere il naso a qualcuno, vista la poca esperienza del mister sulla panchina di una grande.

Rino parte in sordina, ha da sistemare prima lo spirito e poi la tecnica e la tattica. La stagione è fatta di alti e bassi ma si rivede la grinta, la voglia, la garra, l’ambizione a cui il Napoli aveva abituato. E alla fine dell’anno, lunghissimo, la squadra riesce anche a vincere un trofeo, forse insperato, e diventa campione d’Italia con la coppa nazionale.

Il Napoli però è quello: intendiamoci, una squadra che gioca un buon calcio, e non fa spettacolo. Ma che ha delle crisi d’identità piuttosto evidenti. Ci sono partite in cui il Napoli non è il Napoli. Come nello strano caso del dottor Jeckyll e del signor Hyde. Il Napoli di Gattuso si trasforma.

Il poco tempo a disposizione in estate per assemblare una squadra e costruire un’identità calcistica, ovviamente, non rendono facile il lavoro di nessun allenatore. Gattuso però ritrova un Lazano, incognita dell’anno prima, e un gruppo più motivato. Tuttavia il problema del Napoli rimane lo stesso: una volta è Jeckyll e una volta è mister Hyde.

Il Napoli, probabilmente, non è più quello stellare che lottava con la Juventus per il titolo e forse, siccome non riusciamo ancora a convincercene, le aspettative di tutti sono molte alte. Ma è normalissimo perchè la squadra resta una squadra forte che può competere con chiunque. Tuttavia i cali di pressione sono sempre dietro l’angolo.

E allora, considerando che la squadra, in un anno e mezzo di lavoro gattusiano, non riesce a essere coerente e costante, qualche domanda possiamo porla. E non si tratta di screditare il lavoro di nessuno ma di mettere nero su bianco anche lo ‘stomaco’ dei tifosi.

Va bene la grinta, vanno bene il ‘veleno’ e la ‘cazzimma’ ma poi? Quando queste cose mancano cosa resta? Il Napoli quest’anno ha cambiato, a tratti, anche modulo con l’inserimento di Osimhen e anche qui i risultati sono stati altalenanti. Ci vuole tempo si è detto. Il ritorno al 4 3 3, dopo l’infortunio del nigeriano, non ha portato a cose sbalorditive. Non c’è mai costanza di risultati (quelli che contano nel calcio) e il Napoli è capace di fare buone partite, anche di vincerle, e di fare partite incredibilmente poco guardabili dal punto di vista estetico.

Allora, il veleno, la grinta, la cazzimma ci viene da pensare che non possano bastare e che serva qualcosa in più, una spinta in più che può venire solo dall’allenatore (al netto di questa squadra costruita in questo modo ndr). La domanda che poniamo anche a voi è la seguente: questa spinta può venire da Gattuso? E’ Rino Gattuso il tecnico giusto per portare il Napoli in alto?

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