3 Luglio 2015

Forse, caro Aurelio abbiamo toccato il fondo – il punto del Conte

Forse oltre non si può andare, forse il presidente deve abbandonare le sue vesti da imprenditore e guardare il Napoli con occhi diversi

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Forse, e sottolineo forse, il “cancro” del calcio non sono i giornalisti o chi, con tutte le difficoltà del caso, cerca di fare informazione pulita. Forse, e ripeto forse, la causa di questo male che affligge lo sport più seguito al mondo è da cercarsi altrove. Forse, ancora forse, a quei calciatori che non ci rendono la vita facile con insulti e provocazioni a cui noi siamo invitati a non rispondere, ai quei presidenti che ci “chiudono” le porte in faccia complicando sempre di più il nostro lavoro. Ma alla fine chi ci perde è il tifoso, il lettore che segue la sua squadra del cuore come una fede, un credo, una religione. Quel tifoso che non ha la possibilità di arrivare alla fine del mese ma gli “spiccioli” per acquistare il biglietto della partita della sua squadra del cuore, li trova sempre. Quel tifoso che segue la squadra in ritiro e in capo al mondo. E solo per lui certi gesti, certe decisioni e certe figure alla Willy Wonka (da cioccolattaio) si potrebbero evitare. L’attacco è diretto alla classe dei giornalisti, ma di questi ce ne sono di ogni forma e specie. Ma un passo per volta. Giornalisticamente parlando, il nostro lavoro, purtroppo, è soggetto a continue pressioni quotidiane derivanti dall’ambiente esterno, soprattutto dalla fonte principale. In questo caso dal calcio Napoli. Involontariamente, lo sottolineo, a ogni comunicato della Ssc Napoli ci ritroviamo innanzi a un bollettino pronto da dare in pasto ai tifosi, ma se non facessimo bene il nostro lavoro (non lo dico con presunzione), saremo costretti a trasmettere il messaggio senza filtrarlo, tradendo la vera essenza del nostro mestiere. Ed è qui che la nostra categoria si scinde, secondo il mio modesto parere. C’è il giornalista di regime (il robot) che si limita a trasmettere la notizia ai tifosi senza filtrarla trandendo l’essenza del suo mesterie, quindi “copincollando”. Poi c’è il giornalista che si limita a leggere solo il lato negativo del comunicato non essendo di aiuto a nessuno. Poi c’è il Giornalista, colui che la notizia la fiuta, la cerca e la trova. La suda, la lavora e con oggettività la traspette. Il Giornalista è colui che non prostituisce la sua professionalità o la sua intelligenza. Insomma il giornalista è colui che la notizia cerca di leggerla fra le righe con l’intento di capire cosa stia realmente accadendo mantenendo fede al suo credo. E mettere alla “porta” questi persone (visto che siamo persone prima di essere giornalisti) da un evento così importante, è davvero un colpo basso e non è giusto. Ma sopratutto, così facendo, si limita la comunicazione (la sua varietà è la sua forza). E con questo chiariamo che, come per gli uomini comuni, ci sono giornalisti e giornalisti. Adesso andiamo al secondo step. Napoli è una città che quotidianamente viene massacrata dai “giornalai” media, bravi a raccontare solo ed esclusivamente il marcio di questa città. Ed è lì che il calcio diventa viscerale, diventa religione. E’ lì che il tifosi piange e festeggia con una squadra indossando una casacca, quella azzurra, che in realtà è la sua seconda pelle. Poi arrivano determinate notizie, come quella sulla presentazione di Sarri, che fa rabbia e piangere…ma non tanto noi che ci limitiamo a fare il nostro mestiere. La notizia la troviamo, è il nostro lavoro. Ma è una mancanza assoluta di rispetto per quel tifoso che segue la squadra, il Napoli, ovunque, comunque e dovunque. E’ vero che alcune testate hanno la possibilità di seguire la presentazione del nuovo tecnico ma estromettere le testate oline è un affronto bello e buono, ma non solo a noi anche al tifoso napoletano. Insomma si sta escludendo Napoli dal Napoli, assurdo. Il Napoli è sempre stato il motivo di orgoglio di questa città ma, oh presidente, alle volte è preferibile che lei si spogli delle sue vesti di imprenditore e decida di indossare abiti di presidente di una squadra di calcio iniziando a essere tifoso. Oh presidente, Lei è molto seguito e difeso dalla piazza napoletana ma certe decisioni possono essere evitate. Almeno presidente, la esorto, ancora, a non toccare Mertens (qui si scatena una guerra con la tifoseria) lasciando, una volta, i suoi panni da Imprenditore a casa per poter respire la vera aria della Napoli calcistica. In conclusione, com’è giusto che sia, la redazione di Napoli.Zon si unisce agli altri portali dedicati alla squadra partenopea (testate o siti d’informazione) per una protesta contro alla decisione di escluderci TUTTI dalla presentazione del nuovo tecnico. Forse abbiamo davvero toccato il fondo, che amarezza!

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