Feltri, vergogna senza fine: “Uno zoo di terroni”
Il direttore di Libero Vittorio Feltri inveisce, ancora una volta, contro i meridionali. A scatenare il suo turpiloquio è la composizione del nuovo Governo a maggioranza “terrona”
Vittorio Feltri e il suo giornale non sono nuovi ad uscite discriminatorie nei confronti del Mezzogiorno e dei suoi abitanti. Non è stato risparmiato, nei mesi scorsi, nemmeno Andrea Camilleri, un gigante della cultura siciliana, italiana e internazionale. L’ultima, in ordine cronologico, è avvenuta a margine di una critica al nuovo Governo presieduto da Giuseppe Conte. “Lasciamo a Conte il suo zoo pieno di terroni e ostile al Nord che li mantiene tutti” è la frase con cui il direttore chiude il suo editoriale su Libero all’indomani dell’annuncio, da parte del Presidente del Consiglio, della nascitura squadra di Governo.
Gli editoriali di Feltri sono noti per essere border line, per usare un eufemismo, con evidenti tracce di razzismo, antimeridionalismo, omofobia e sessismo mai mascherate. A proposito del primo Governo Conte scrisse a caratteri cubitali: “Comandano i terroni”. Il riferimento era, chiaramente, alla presenza di tre meridionali nelle prime quattro cariche dello Stato: Presidente della Repubblica (siciliano), Presidente della Camera (napoletano) e Presidente del Consiglio (foggiano).
Proprio Giuseppe Conte è stato oggetto di tante uscite infelici del direttore di Libero. Un editoriale di qualche tempo fa dal chiaro intento provocatorio verso foggiani e meridionali iniziava così: “Conte è un signore gradevole, addirittura ben vestito nonostante sia di Foggia, e questo ce lo rende simpatico“.
L’obiettivo di certi titoli fuori dalle righe e di queste uscite discriminatorie e offensive è ben noto. Feltri cerca, in una sorta di strategia di guerrilla marketing, il “trigger” degli utenti. Cerca, dunque, di innescare incendi di dissenso e protesta con la sua scintilla razzista. In questo modo gli articoli girano in maniera organica, e la visibilità del suo giornale ne beneficia.
Con buona pace della deontologia e del rispetto dell’etica, dovere (si fa per dire) di ogni professionista.
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