2 Maggio 2021

Fedez pubblica la telefonata con i dirigenti Rai: “Devi adeguarti al sistema”

Estratto dal video pubblicato da Fedez su Twitter

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Durante il concertone del Primo maggio, Fedez ha letto un testo a sostegno del ddl Zan contro la violenza omotransfobica. Ma la Rai voleva censurarlo e lui pubblica la telefonata

È la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica“. Esordisce con questa frase Fedez, ieri sul palco del concertone del Primo maggio. Da mesi, infatti, il rapper si sta spendendo a favore della causa del ddl Zan, arenato al Senato dopo l’approvazione alla Camera nel 2020. Per questo motivo, pare che i vertici della Rai abbiano provato a censurare il suo intervento.

Approvazione – continua dal palco Fedez – che purtroppo non c’è stata in prima battuta, o meglio dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere i partiti e i nomi e di edulcorarne il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente. Come ci insegna il Primo Maggio, nel nostro piccolo dobbiamo lottare per le cose importanti. Ovviamente da persona libera mi assumo tutta la responsabilità di ciò che dico e faccio“. Il tentativo di censura da parte del servizio pubblico televisivo rappresenta un evento tanto singolare quanto pericoloso. E che assume connotati di paradosso se solo si pensa che la sera prima, su un altro palco, due comici abbiano potuto tranquillamente sdoganare in tv parole come “ne*ro”, “f*ocio” spiegando (loro, maschi bianchi eterosessuali) alle vittime di quelle discriminazioni che non dovrebbero vedervi alcuna offesa.

Smentita e contro-smentita

In ogni caso, la Rai, dopo l’esibizione di Fedez, prova a svincolarsi dalle polemiche pubblicando un comunicato con cui smentisce il tentativo di censura. “Rai3 e la Rai – si legge – sono da sempre aperte al dibattito e al confronto di opinioni, nel rispetto di ogni posizione politica e culturale. È fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale Concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta. Né la Rai né la direzione di Rai3 hanno mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista del concerto”. Il rapper, però, aveva registrato la telefonata incriminata e per smentire a sua volta la Rai pubblica il video su Twitter.

La telefonata

Non è editorialmente corretto“, afferma un dirigente Rai all’inizio della telefonata. Frase a cui Fedez risponde piccato: “Editorialmente? Le asserzioni che riporto nel mio testo sono fatti, consiglieri leghisti che dicono ‘se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno’. Perché non posso dire che un consigliere leghista (Giovanni De Paoli consigliere regionale della Liguria in quota Lega, nda) in pubblica piazza, ha detto che un figlio gay lo brucerebbe nel forno?“. La risposta del dirigente Rai è tanto semplice quanto terrificante: “Le sto chiedendo di adeguarsi a un sistema“. Al che il rapper, sbigottito, chiede quale sia la parte “incriminata” del testo e il dirigente risponde: “tutte le situazioni in cui vengono fatti nomi e cognomi“.

Perché, non sono vere?“, ribatte Fedez, a cui viene risposto: “a prescindere, anche se sono vere […], noi siamo in difficolta, Fede“. Infine, il rapper replica: “sono imbarazzato per voi“.

Concertone del Primo Maggio: le parole di Fedez

Per i lavoratori dello spettacolo questa non è più una festa. Caro Mario (Draghi, ndr), io capisco perfettamente che il calcio è il vero fondamento di questo Paese, però non dimentichiamo che il numero dei lavoratori del Calcio e il numero dei lavoratori dello Spettacolo si equivalgono. Quindi non dico di spendere qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da quest’emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni Quaranta e mai modificate sino ad oggi. Quindi Caro Mario, come si è esposto nel merito della SuperLega con grande tempestività sarebbe altrettanto gradito il suo intervento per il mondo dello spettacolo“.

I nomi

Due parole sull’uomo del momento, il sonnecchiante Ostellari. Ecco Ostellari, ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare quindi massima espressione del popolo, che è già stato approvato alla Camera, come il ddl Zan può essere tranquillamente bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo. Cioè se stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua grande lotta all’uguaglianza, vorrei decantarvi un po’ dei loro aforismi: ‘Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno‘, Giovanni De Paoli consigliere regionale Lega Liguria. ‘I gay? Che inizino a comportarsi come tutte le persone normali’, Alessandro Rinaldi consigliere per la Lega Reggio Emilia. ‘Gay vittime di aberrazioni della natura’, Luca Lepore e Massimiliano Bastoni consiglieri comunali leghisti. ‘I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie’, Alberto Zelger consigliere comunale della Lega Nord a Verona. ‘Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza’, Stella Khorosheva candidata leghista. ‘Fanno iniezioni ai bambini per farli diventare gay’, candidata della Lega Giuliana Livigni“.

Fedez, la polemica con Salvini

Quella della tarda serata non è stata l’unica tensione di ieri. Fedez e Salvini hanno infatti battibeccato a distanza via Twitter. Il leader della Lega sui social aveva polemizzato in partenza: “Il concertone costa circa 500.000 euro agli italiani, a tutti gli italiani, quindi i comizi ‘de sinistra’ sarebbero fuori luogo“. Pronta la replica del rapper: “Io vado al concertone a gratis e pago i miei musicisti che non lavorano da un anno e sul palco vorrei esprimermi da uomo libero senza che gli artisti debbano inviare i loro discorsi per approvazione preventiva da voi politici. Il suo partito ci è costato 49 milioni di euro“.

Cosa dice il ddl Zan

Il Disegno di Legge firmato dall’onorevole Alessandro Zan prevede “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità“. Il disegno era stato approvato alla Camera il 4 novembre del 2020. Contrari al ddl erano stati i parlamentari del centro-destra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia). A fine marzo era prevista una riunione dell’organo della Commissione Giustizia che ha il compito di decidere il calendario dei lavori, ma il presidente Andrea Ostellari (della Lega) l’aveva annullata. Il rinvio era stato interpretato come un tentativo di ostruzionismo da parte della Lega, da sempre contraria alla legge, tuttavia, dopo il polverone mediatico, la Commissione ha dato il via alla calendarizzazione della discussione in Senato.

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