Faraglioni Capri, i cercatori di datteri distruggono il 48% dell’ecosistema
I Faraglioni Capri danneggiati dai cercatori di ‘datteri’. Hanno distrutto il 45% dell’ecosistema. 19 misure cautelari
I cacciatori di datteri di mare hanno danneggiato le pareti dei Faraglioni Capri. I sub utilizzavano esplosivi e martelli pneumatici per estrarli dalle rocce. Questi molluschi sono – infatti – una specie protetta che i pescatori riservavano a una “clientela d’élite”.
Venivano estratti, oltre che dai Faraglioni, anche da alcune rocce del porto di Napoli. Lo denuncia la Guardia di Finanza, del reparto Operativo Aeronavale di Napoli. Il prelievo illecito dei molluschi ha così desertificato l’ecosistema che si trovava sul 48% delle pareti dei Faraglioni sott’acqua.
L’indagine ha fatto emergere inoltre un vasto mercato illecito, in cui sono coinvolte due organizzazioni (una napoletana, l’altra stabiese-caprese) che controllavano la raccolta abusiva da oltre 30 anni. Il prezzo di vendita oscillava tra i 100 – 200 euro al kg. Tra i reati dei convolti vi sono l’associazione a delinquere finalizzata al compimento di delitti ambientali, inquinamento e ricettazione.
Gli esperti hanno stabilito che – data la gravità del danno – per ristabilire l’originario ecosistema potrebbero volerci almeno 30 anni. La Gdf, oltre alla notifica delle misure cautelari, ha sequestrato tre locali commerciali tra Napoli e Castellammare di Stabia, dove si nascondevano i datteri prima della vendita.
LEGGI ANCHE: Ischia, albergatore isolano in sciopero della fame
ARTICOLO PRECEDENTE
Lascia un commento